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Immagine di repertorio |
Questo Agosto sarà ricordato molto bene dagli appassionati, e un po’ malati, di politica. Chi è in città e chi in vacanza può assistere a qualcosa di interessante, curioso ma al tempo stesso assai preoccupante. In piena estate si è aperta una crisi di governo dopo un lungo periodo d’incubazione.
Il Governo Conte, il Governo paglierino, il Governo del cambiamento che ci ha mostrato parecchie novità iniziando dall’utilizzo di un contratto per dare il via alla maggioranza, si prepara a cadere. Sembrava fatto di una struttura antisismica: finora aveva resistito ad una marea infinita di scosse, bordate fra i due alleati che di Conte saranno ancora per poco i vice.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso del leader leghista sono state le due mozioni opposte sulla TAV. Una discussione accesa alla quale non ha partecipato il mediatore d’eccellenza nell’asse Lega-Cinque Stelle, un momento particolarmente difficile nel quale si sono palesate tutte le differenze interne al governo giallo-verde. Un episodio che ha innescato un effetto valanga liberando l’inconscio dei due leader. Così sono iniziati gli insulti, le rivendicazioni e l’esplicitazione delle divergenze fin qui taciute.
Tutto il malessere maturato in questo anno è fuoriuscito concretizzandosi in una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a firma leghista che sarà discussa in Parlamento, appena chiuso per ferie, nei prossimi giorni.
Conte però non ci sta a vedere maltrattato l’esecutivo che ha presieduto dal Primo Giugno dell’anno scorso così, in una conferenza stampa convocata a tarda sera, lancia la palla nelle mani del suo Ministro dell’Interno affermando come sia un desidero dello stesso Matteo Salvini quello di andare alle urne il prima possibile per “capitalizzare il suo consenso”. Feroce stoccata che svela un’ipotesi già da tempo ventilata: dopo aver prosciugato il Movimento Cinque Stelle, Matteo Salvini vuole centrare il bersaglio e conquistare i voti per sedersi a Palazzo Chigi.
Uno scenario per nulla fantasioso facilitato da un Centrosinistra completamente frantumato e incapace di reagire. Il fornitore di pop-corn sta facendo fortuna nell’opposizione che non si è resa conto di essere uno dei protagonisti del film che stava guardando. Un Centrosinistra ostaggio delle dinamiche bizzarre interne al Partito Democratico nel quale neanche Nicola Zingaretti è in grado di ritrovare la strada. Nonostante questa penosa situazione il segretario Dem sostiene di essere pronto ad andare al voto affermando come il populismo abbia fallito. Un’analisi un po’ miope che non tiene conto del consenso di Matteo Salvini al quale si potrebbe aggiungere, con una campagna elettorale a d’hoc, quello recuperabile da Giorgia Meloni che si dice pronta ad un governo dei sovranisti sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia.
C’è gran movimento nella Destra italiana non paragonabile alla prateria incolta a Sinistra. Ora attendiamo le scelte del Presidente della Repubblica che inizierà a curare la crisi non appena Conte sarà sfiduciato dal Parlamento. Se come probabile si votasse in autunno, oltre a correre il rischio di un esercizio provvisorio in termini finanziari, potremmo assistere al rinfocolarsi di fiamme rinvigorite da un clima politico, sociale e culturale favorevole.
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