giovedì 14 febbraio 2019

Il mio voto favorevole al bilancio 2019 del Comune di Sasso Marconi, con alcuni appunti


In questi cinque anni all’interno del Comune di Sasso Marconi spero di essere stato il più possibile trasparente raccontando e spiegando le scelte da me intraprese. Per finire il mandato con lo stesso criterio, che ritengo essere elemento fondamentale nell’attività di un amministratore pubblico, vi racconto perché ho votato a favore del bilancio 2019.

E’ bene sapere che la costruzione di un bilancio non è operazione semplice: in questi anni gli enti locali hanno subito molti tagli e sono stati costretti ad arrangiarsi con le risorse a disposizione.
Il Comune di Sasso Marconi conferma anche quest’anno l’attenzione per le giovani generazioni, procedendo ad un aggiornamento delle certificazioni degli edifici scolastici; stanzia cospicue somme a favore del decoro della città comprendendo in esso la manutenzione di strade, giardini e illuminazione. Tutti piccoli elementi che uniti contribuiscono a una migliore qualità di vita nella città.

E’ da segnalare come il bilancio approvato sarà soggetto al fisiologico cambio di amministrazione viste le elezioni previste nel Maggio prossimo. Su questo è bene essere chiari per non farci prendere dalla propaganda: non tutto ciò che è all’interno del bilancio sarà portato a termine dall’attuale amministrazione. E’ questo elemento che ha mosso il mio intervento durante la seduta consiliare di approvazione del bilancio. Se diamo il giusto peso alle elezioni è necessario immaginare come il bilancio approvato possa essere stravolto da chi entrerà in carica a Giugno.

Ogni qualvolta si vendono azioni di HERA Spa si dilapida un patrimonio difficilmente ricostruibile dato il contesto economico nel quale si trovano gli enti locali. Alla definitiva perdita del patrimonio si collega la conseguente diminuzione dei dividenti che annualmente vengono incassati e utilizzati per la costruzione del bilancio. Qualora ci si trovi nella condizione di dover vendere parte di questo patrimonio, bisogna però essere chiari su come utilizzare gli introiti che si incasseranno: bisogna cioè garantire un reinvestimento in opere essenziali utili alla collettività. Altrimenti si corre il rischio di usare le risorse di tutti a beneficio di pochi. 
Poiché le risorse ricavate dalla vendita di parte delle azioni HERA, vincolando contemporaneamente la parte rimanente, saranno le poche entrate in questo momento certe, è bene ragionare di priorità tralasciando tutti quegli interventi, magari a vantaggio di pochi, che è possono indiscutibilmente essere catalogati come superflui. 

Proprio per rispettare il criterio menzionato all’inizio, devo segnalare la mia forte contrarietà in merito ad alcuni interventi, fortunatamente limitati e auspicabilmente rinviabili se non cancellabili, contenuti nello schema di bilancio approvato. 

Questo è il quadro a cui fa riferimento il mio intervento in Consiglio Comunale che riporto qui integralmente. 
Durante la seduta consiliare
“Annunciando il mio voto favorente allo schema di bilancio in discussione devo porre alcuni accenti.

Quando si tocca il patrimonio pubblico, cioè le risorse a disposizione dell’intera collettività, mi si drizzano le “antenne”. Penso che ciò che questo comune possiede, una volta venduto, difficilmente potrà essere acquistato di nuovo. Diciamo sempre come sia diventato complicato strutturare un bilancio; va ricordato anche che un certo patrimonio annualmente ci aiuta nella pianificazione economico-finanziaria.

Faccio riferimento alla azioni HERA. Credo sia sempre utile andare oltre alle cifre numeriche e riflettere sul concetto di risorsa, di patrimonio collettivo. Personalmente percepisco il possesso di azioni HERA come un patrimonio di tutti e sono sempre molto perplesso quando si sceglie di venderne alcune anche quando gli introiti ricavati, vengono utilizzati senza ombra di dubbio per finanziare opere a favore dell’intera collettività, figuriamoci se si utilizzassero i ricavi di questa vendita per finanziare servizi ad uso di una parte ristretta di cittadinanza. Detto questo il motivo che mi spinge ad avvallare questa vendita, pur con tutte le perplessità espresse, è il fatto che contestualmente alla vendita si procede a vincolare le restanti azioni libere, dando seguito ad un accordo preso con i sindacati in fase di approvazione del bilancio. 

All’interno dello schema di bilancio 2019 sono presenti iniziative indiscutibilmente necessarie, come l’aggiornamento delle certificazioni degli edifici scolastici, il collegamento di scuole alla banda ultralarga, la cura e il decoro della città: tutte opere volte al miglioramento della vita delle cittadine e dei cittadini di Sasso Marconi. Su questo non vi sono dubbi. 
Il dubbio che pongo alla Giunta è la possibilità che molte delle opere apprezzabili contenute nel bilancio non riusciranno a vedere la luce per l’aleatorietà delle risorse necessarie. Mi riferisco in particolar modo agli oneri di urbanizzazione. Il contesto economico nel quale ci troviamo, la sopraggiunta recessione, probabilmente sarà limitante per molti settori economici. E’ per questo che mi sento di spronare la Giunta che sostengo a ragionare di priorità, e ad utilizzare gli Oneri che entreranno per dare luce ad interventi di impellente utilità collettiva. Magari anche valutando qualche spostamento di risorse. Perché no? Infondo l’impellenza di ogni idea può essere graduata secondo una priorità. A mio giudizio in questo bilancio sono elencati molti interventi prioritari. Sollecito dunque la Giunta ad utilizzare gli introiti che entreranno dalla vendita delle azioni HERA e dagli Oneri di urbanizzazione per gli interventi prioritari.

Vedete colleghe e colleghi, siedo in questo posto da quasi cinque anni. Quando faccio ingresso in questa sala non sono mai tranquillo. E’ opinione diffusa come queste poltrone siano comode, confortevoli. Ebbene, non c’è stata mai una seduta in cui io mi sia sentito comodo a questo banco. All’inizio di ogni seduta mi sorgono dubbi, incertezze, ansie per ciò che il mio voto accenderà o spegnerà. Per l’alto rispetto che nutro nei confronti di chi si trova fuori da questa sala, non c’è stato un giorno di questo mandato nel quale non mi sia chiesto se le mie scelte fossero corrette. A maggior ragione me lo sto domandando in questo momento, conscio del fatto che un eventuale errore di valutazione commesso oggi dovrà essere affrontato da chi verrà dopo di noi. Questo mi porta ad essere più scrupoloso nel valutare il bilancio in votazione. Per questo ribadisco l’invito fatto poco sopra: ragioniamo di priorità e utilizziamo le risorse certe per esse.”.

mercoledì 6 febbraio 2019

Esco dal Partito Comunista Italiano e vi spiego perché

Foto scattata durante la commemorazione della battaglia di Rasiglio

Ci sono momenti nei quali è necessario fare scelte forti e sofferte. Ci sono momenti in cui si deve dare ragione alla propria coscienza e basta, anche se ti porterà a tensioni emotive complicate.

Da quando svolgo un ruolo pubblico ho sempre pubblicato le mie decisioni di elettore, di cittadino e di amministratore. Penso sia un atto di trasparenza nei confronti di chi, dopo avermi scelto su una scheda elettorale, mi deve controllare per verificare la mia rappresentatività. Non mi riferisco soltanto alle scelte prese in Consiglio Comunale; mi riferisco anche a tutte le altre decisioni che possono fornire un’immagine del mio pensiero politico. E’ vero che un Consigliere comunale si deve occupare del territorio nel quale è stato eletto ma, poiché lo stesso territorio fa parte di contesti più ampi, informare di quelle che sono scelte politiche e elettorali penso sia importante. 

Oggi mi trovo a rendervi partecipi di una decisione per me molto dolorosa e tutt’altro che semplice. Tuttavia, lo scenario politico che muta repentinamente di giorno in giorno, composto da molti colori e altrettante sfumature, mi ha fatto assumere una decisione sulla quale da tempo mi interrogavo. Così, da poche ore, ho lasciato il Partito Comunista Italiano nel quale militavo da sette anni vivendone le trasformazioni precedenti. Sono entrato nel 2012 nel Partito dei Comunisti Italiani, per poi seguirne la prima trasformazione in Partito Comunista d’Italia arrivando infine a partecipare alla costituente del Partito Comunista Italiano. 

La scelta di abbandonare il PCI è frutto di diverse riflessioni che mi sono trovato a dover fare anche per professione. Analizzando la scena politica italiana in continuo fermento, non potevo tralasciare l’analisi delle strategie messe in campo dal PCI. In un momento nel quale la Sinistra vive una forte depressione, schiacciata da un’egemonia culturale di destra sfascista e fascista, non potevo accettare che l’organizzazione a cui dedicavo tempo ed energie, scegliesse l’isolamento per la decisione di non parlare con alcuni soggetti politici che si trovano nel medesimo campo. Lo scenario politico attuale è una centrifuga a massima velocità nella quale, chi si assomiglia per progetti, per valori, si deve tenere stretto l’uno con l’altro. Chi si isola in questo terremoto politico e sociale costante rischia di fare la fine del calzetto spaiato in lavatrice. Il risucchio è una possibilità plausibile. 

Per il profondo rispetto che nutro nei confronti dei miei concittadini, davanti ai quali cinque anni fa mi sono impegnato su parole e concetti ben precisi, non potevo più accettare e sostenere le linee di un partito politico che non rappresenta più la mia interpretazione del fare politica insieme agli altri, mediando e trovando soluzioni comuni per il bene della comunità. 
Oltre a ragionamenti sulle strategie generali, mi sono trovato a non condividere la scelta di non sottoscrivere in alcun modo alleanze con altri soggetti del Centrosinistra fra cui compare il Partito Democratico. Questa linea è rimasta anche nel momento in cui si sono palesate le condizioni per costruire un progetto politico locale nel quale credo molto. 

Chi naviga sui social network avrà notato la mia recente presa di posizione rispetto al percorso delle Primarie messo in campo dal Centrosinistra di Sasso Marconi. Il mio convinto sostegno alla candidatura di Roberto Parmeggiani alle primarie che stabiliranno il candidato sindaco del CentroSinistra di Sasso Marconi alle elezioni di Maggio, mi ha fatto entrare in aperto conflitto con le direttive nazionali del PCI. Ritengo più utile al comune in cui sono cresciuto, nel quale abito e al quale sono affezionato, anteporre un progetto politico entusiasmante, partito dal basso, a dinamiche di partito che a malincuore continuo a percepire come miopi. 

Quando si percepisce la presenza di un pericolo, penso che l’unione sia la soluzione migliore per scongiurarlo. Così desidero impegnarmi per il mio paese, non con un’egoismo di bandiera, ma con disponibilità a partecipare ad un progetto corale e non solista. 
Per questo mi trovo, dopo aver completato alcune pratiche burocratiche, a non possedere una tessera di partito in tasca. Penso che, pur rimanendo convinto dell’importanza sociale dei partiti politici, sperimenterò lo status d’indipendenza per un po’ avendo ben chiaro in mente di appartenne al campo della Sinistra, di essere un antifascista e un amante della Costituzione. Per il momento saranno questi i fari che guideranno il mio impegno per la cosa pubblica. 


La mia passione per la politica mi porta ad essere curioso, entusiasta nei confronti di nuovi progetti. Desidero impegnarmi con tutte le mie forze contribuendo a realizzarli. Anche per questo ho scelto di abbandonare la realtà politica in cui ho vissuto per anni. Da ora in poi vorrei guardare oltre partecipando ad avventure stimolanti ed innovative.