Immagine del Palazzo del Quirinale |
La novità è il governo di transizione. Dopo il terzo giro di consultazioni, il Presidente Mattarella ha messo in campo l’ipotesi di un governo neutrale facendo appello alla responsabilità dei partiti. Si tratterebbe di un esecutivo formato da alte personalità distanti dalla scena politica alle quali il Presidente della Repubblica chiederebbe l’impegno di non presentarsi alle elezioni. Con questo governo Mattarella ipotizzerebbe di affrontare le urgenze che il Paese avrà da qui a Dicembre.
Tuttavia l’idea di Mattarella sembra essersi smontata già nel Salone alla Vetrata, dopo poco tempo dal suo intervento. I due partiti maggioritari Lega e Movimento Cinque Stelle infatti hanno subito rigettato l’invito al mittente derubricando la proposta del Presidente della Repubblica, come non rispettosa dell’esito elettorale. Il governo di transizione pare quindi avere solo l’appoggio del Partito Democratico che, sancendo la sua schizofrenia galoppante, si è detto disponibile a sostenerlo. Ad esso si potrebbe aggiungere Forza Italia che non è pronta al voto in estate tuttavia, questo appoggio incrinerebbe solo i rapporti fra Berlusconi e Salvini senza portare a nessun risultato. Sì perché, anche ipotizzando un’alleanza PD-Forza Italia, non ci sarebbero i numeri sufficienti a concedere la fiducia al nuovo governo.
Tutto ciò senza considerare accordi in stile prima repubblica con i quali un governo di minoranza sarebbe possibile grazia all’astensione e al non voto degli oppositori. Questo meccanismo, che appassionerebbe chi scrive, non sarebbe coerente con gli stili dei due partiti arrivati primi il 4 Marzo e che hanno tutto l’interesse a ricominciare una campagna elettorale scornandosi fra loro. Di conseguenza chi ha riposto la tessera elettorale nel cassetto la ritiri fuori perché, per demerito di partiti politici che non vogliono fare quello per cui esistono, si tornerà a votare presto.
Se si sciogliessero subito le camere si potrebbe ipotizzare un voto a Luglio prima delle ferie agostane. Un voto che spazzerebbe via come un tornado la Sinistra, il PD, per polarizzare i due nuovi schieramenti della terza repubblica Lega e Movimento Cinque Stelle. Poi però? Salvini dovrebbe fare bottino pieno nel campo del Centrodestra per imporsi su Berlusconi e fare l’accordo con Di Maio. Se non andasse così si ripresenterebbe lo stesso scenario con un bisogno impellente di politica: l’arte dell’accordo.
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