Come sapete in questa campagna elettorale mi sto tenendo lontano dal fare propaganda attiva; nelle prossime settimane prenderò posizione ma non senza critiche. Credo che ci troviamo all’interno della campagna elettorale più brutta della storia dell’Italia repubblicana. Una campagna elettorale nella quale non esiste alcuna prospettiva, le dichiarazioni dei protagonisti sono aberranti e disarmanti, talmente vuote che a non credersi sono loro stessi. Non difendere nessuna proposta mi permette di osservare l’intero campo: come un appassionato di sport che assiste a una competizione nella quale non gli interessa tifare. Questa dimensione aiuta a fare analisi, osservare i difetti del gioco senza esserne parte.
Nel bailamme di dichiarazioni, di promesse senza utopia, di programmi senza orizzonte, mi ha colpito la posizione di Ivano Marescotti. Mi sorprende un po’ come stia sollevando polemiche anziché essere spunto di riflessione. L’errato riassunto è che Ivano Marescotti abbia deciso di votare il Movimento 5 Stelle: ridurlo a questo è la quinta essenza della cecità. Da buon comunista, Marescotti articola la sua posizione in interviste che dovrebbero essere appese in ogni sezione di ogni partito che si definisce comunista o di Sinistra.
Difronte a interviste come quelle rilasciate da Marescotti è possibile interpretare due approcci: il primo è criticarlo, dargli del traditore senza mettersi a leggere approfonditamente ciò che sostiene; il secondo è interpretarlo attentamente e farne tesoro per la necessaria discussione che la Sinistra dovrà affrontare dal 5 Marzo. Personalmente preferisco quest’ultimo e, siccome in questo periodo ho un po’ di tempo libero, ho riletto quelle interviste tre volte. Credo che il ragionamento di Ivano Marescotti sia di una lucidità disarmante e fornisca l’oggetto su cui discutere per i prossimi cinque anni.
Lo riassumerei in questo modo: non c’è nessuna forza politica in grado di rappresentarlo: di conseguenza, interpretando la logica comunista secondo cui bisogna porre in confusione il sistema, vota il Movimento 5 Stelle perché unico soggetto in grado di avere i numeri necessari per creare confusione all’interno delle élite di potere. Possiamo discutere se nel frattempo anche i Cinque Stelle stiano entrando in quella élite, tuttavia mi concentrerei sul primo punto e cioè: l’assenza di qualsivoglia rappresentanza strutturata di sinistra in grado di scassare il sistema di potere che governa da tempo.
Possiamo fare finta di non vedere il problema ma questo non lo farà scomparire. Il fatto che non ci sia alcuna rappresentanza a Sinistra in grado di scassare questo sistema è una realtà nei confronti della quale non possiamo fare gli gnorri. Se tralasciamo il Partito Democratico definendolo forza centrista e azionista di maggioranza di quel potere da contrastare, a Sinistra rimangono Liberi e Uguali e Potere al Popolo. Se l’intenzione di Liberi e Uguali era quella di rappresentare i non rappresentati, hanno sbagliato candidati. Una forza alternativa non può essere rappresentata dagli stessi che componevano l’élite di potere contro cui quello stesso soggetto si vorrebbe scagliare; è un cortocircuito che vedrà la sua fine all’interno del prossimo Parlamento. Potere al Popolo, con tutto il rispetto per i compagni che ci stanno lavorando, sembra un collage di elementi diversi che tentano di costruire una rappresentanza, sicuramente legittima e necessaria, ma che non peserà a tal punto da mettere in disordine il sistema.
Marescotti segnala come la Sinistra avrebbe potuto saltare il giro presentandosi al prossimo più matura e con un progetto significativo. Mi permetto di fare mio questo ragionamento che vale per quei soggetti, dalla costituzione recente, che stanno ancora costruendo il loro tessuto sui territori.
Non avendo ancora le idee chiare sulla scelta da fare in cabina in quel momento così sacro da non sprecare, mi trovo in un imbarazzo assoluto e quello di Ivano Marescotti mi sembra l’unico ragionamento che, se analizzato e interpretato, potrà aiutare la Sinistra in quel percorso che dovrà necessariamente intraprendere dal 5 Marzo.
Nel bailamme di dichiarazioni, di promesse senza utopia, di programmi senza orizzonte, mi ha colpito la posizione di Ivano Marescotti. Mi sorprende un po’ come stia sollevando polemiche anziché essere spunto di riflessione. L’errato riassunto è che Ivano Marescotti abbia deciso di votare il Movimento 5 Stelle: ridurlo a questo è la quinta essenza della cecità. Da buon comunista, Marescotti articola la sua posizione in interviste che dovrebbero essere appese in ogni sezione di ogni partito che si definisce comunista o di Sinistra.
Difronte a interviste come quelle rilasciate da Marescotti è possibile interpretare due approcci: il primo è criticarlo, dargli del traditore senza mettersi a leggere approfonditamente ciò che sostiene; il secondo è interpretarlo attentamente e farne tesoro per la necessaria discussione che la Sinistra dovrà affrontare dal 5 Marzo. Personalmente preferisco quest’ultimo e, siccome in questo periodo ho un po’ di tempo libero, ho riletto quelle interviste tre volte. Credo che il ragionamento di Ivano Marescotti sia di una lucidità disarmante e fornisca l’oggetto su cui discutere per i prossimi cinque anni.
Lo riassumerei in questo modo: non c’è nessuna forza politica in grado di rappresentarlo: di conseguenza, interpretando la logica comunista secondo cui bisogna porre in confusione il sistema, vota il Movimento 5 Stelle perché unico soggetto in grado di avere i numeri necessari per creare confusione all’interno delle élite di potere. Possiamo discutere se nel frattempo anche i Cinque Stelle stiano entrando in quella élite, tuttavia mi concentrerei sul primo punto e cioè: l’assenza di qualsivoglia rappresentanza strutturata di sinistra in grado di scassare il sistema di potere che governa da tempo.
Possiamo fare finta di non vedere il problema ma questo non lo farà scomparire. Il fatto che non ci sia alcuna rappresentanza a Sinistra in grado di scassare questo sistema è una realtà nei confronti della quale non possiamo fare gli gnorri. Se tralasciamo il Partito Democratico definendolo forza centrista e azionista di maggioranza di quel potere da contrastare, a Sinistra rimangono Liberi e Uguali e Potere al Popolo. Se l’intenzione di Liberi e Uguali era quella di rappresentare i non rappresentati, hanno sbagliato candidati. Una forza alternativa non può essere rappresentata dagli stessi che componevano l’élite di potere contro cui quello stesso soggetto si vorrebbe scagliare; è un cortocircuito che vedrà la sua fine all’interno del prossimo Parlamento. Potere al Popolo, con tutto il rispetto per i compagni che ci stanno lavorando, sembra un collage di elementi diversi che tentano di costruire una rappresentanza, sicuramente legittima e necessaria, ma che non peserà a tal punto da mettere in disordine il sistema.
Marescotti segnala come la Sinistra avrebbe potuto saltare il giro presentandosi al prossimo più matura e con un progetto significativo. Mi permetto di fare mio questo ragionamento che vale per quei soggetti, dalla costituzione recente, che stanno ancora costruendo il loro tessuto sui territori.
Non avendo ancora le idee chiare sulla scelta da fare in cabina in quel momento così sacro da non sprecare, mi trovo in un imbarazzo assoluto e quello di Ivano Marescotti mi sembra l’unico ragionamento che, se analizzato e interpretato, potrà aiutare la Sinistra in quel percorso che dovrà necessariamente intraprendere dal 5 Marzo.
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