Quando lo sport diventa il collante e veicolo di un sentimento, di una rivendicazione, ecco che allora esso assume una dimensione sociale. La competizione si dimentica, subentra la commozione, l’indignazione e la solidarietà.
E’ quello che ho provato partecipando al Terzo Memorial Stefano Cucchi il Primo Ottobre al Parco degli Acquedotti di Roma. Sensazioni che ho sentito fin dall’attesa del treno alla stazione di Bologna, avevo la percezione di non partire per un semplice viaggio verso Roma, ma l’idea di partire per un fine preciso e per partecipare a un evento che mi avrebbe emozionato. Ciò che non mi aspettavo l’ho vissuto sul posto amplificato rispetto alle mie aspettative.
Non mi aspettavo di trovare persone di età diverse: bambini, ragazzi, adulti e anziani lì per lo stesso scopo, la giustizia. Non mi aspettavo di vedere animali correre assieme ai loro amici umani. Non mi aspettavo di vedere bambini ai quali i genitori spiegassero il motivo di quella giornata. Non mi aspettavo neanche di assistere alla meravigliosa assenza dell’agonismo: i vincitori erano tutti, gli ultimi e i primi; i lenti e i veloci per affermare la centralità delle vittime di soprusi, di violenza da parte di potenti.
L’emozione si percepiva forte anche per la data in cui si è svolto l’evento: il compleanno di Stefano che ha dato l’occasione per ricordarlo da vivo, per festeggiarlo chiedendo contemporaneamente giustizia e verità.
i![]() |
Grazie a Ilaria Cucchi |
A volte mi chiedo cosa mi spinge ad essere così legato alla vicenda di Stefano Cucchi e non mi so rispondere precisamente. Non è solo la passione per i diritti, per la giustizia; è qualcosa di più che vive da quando ho sentito la notizia alla radio quella mattina di Ottobre del 2009. Forse è la paura, la tardiva consapevolezza che quello accaduto a Stefano non è solo una notizia data da un mezzobusto di un TG, è una vicenda che potrebbe accadere a ognuno di noi. E’ l’immediata solidarietà che ho provato nei confronti di Ilaria: una combattente, una persona che ha trasformato un dolore immenso in una battaglia per tutti noi, in un fatto collettivo. Ecco perché considero l’evento “Corri con Stefano” immensamente importante. Contro la folle e inquietante sordità della politica, la partecipazione è il mezzo per non dimenticare, per ricordare cosa è successo e cosa non deve più succedere. Insieme, con tutte le nostre differenze ma uniti per pretendere il rispetto dei diritti.
Posso dire di essere tornato a Bologna con un bagaglio emozionale immenso che certamente alimenta ancora di più il mio desiderio di impegnarmi per il rispetto dei diritti umani qualsiasi sia lo status in cui si trova l’individuo. Penso che questo sia uno fra i temi trascurati e tremendamente allontanati da una certa élite di potere.
Il prossimo anno porterò di nuovo il sostegno a Ilaria e mi piacerebbe partire da Sasso Marconi con dei compagni di viaggio per correre insieme fra le mille emozioni che il Memorial Stefano Cucchi scatena. Nel frattempo continuerò a seguire il caso di Stefano Cucchi nella speranza che lo Stato si decida a guardarsi dentro e a fare finalmente giustizia.
Nessun commento:
Posta un commento