E' stato approvato il bilancio di previsione 2017 del Comune di Sasso Marconi. Da un'analisi generale si osserva come, la progressiva diminuzione di trasferimenti dallo Stato, continui impietosa. A questo elemento a cui io propongo di dare molto peso, si aggiunge il mancato pagamento della TASI prima casa, abolita dal Governo Renzi, e dell'IMU prima casa. Un quadro che accomuna chi oggi si trova ad amministrare comuni dovendo far fronte al crescere della richiesta di servizi da parte dei cittadini coinvolti dalla crisi economica e di sistema presente nel Paese.
Vi propongo, per chi fosse interessato a un po' di numeri sul bilancio sassese, il mio intervento al Consiglio Comunale di approvazione del bilancio 2017.
"Leggendo questo bilancio mi è scaturita una riflessione su un tema che è bene cominciare a portare all’opinione pubblica. Penso sempre che qualcuno si incuriosisca al bilancio comunale e nel farlo, un cittadino, potrebbe interrogarci sui motivi di tanti piccoli tagli, diminuzione di spese, che questo bilancio presenta. E nel dire questo comprendo lo sforzo fatto nella redazione di questo bilancio. Non è una critica, per capirci.
Siamo abituati a percepire il comune come l’istituzione più vicina ai cittadini: le amministrazioni comunali hanno in capo i servizi più sensibili e dei quali c’è sempre più bisogno. In qualche modo, ogni anno, si cerca di quadrare i conti. Si deve, per onor di cronaca, riconoscere che Sasso Marconi ha sempre mantenuto un alto standard di servizi ai cittadini.
Per fare questo ci vogliono le risorse, ci vuole la spesa pubblica contro cui contraddittoriamente, a volte, ci scagliamo.
In questi anni abbiamo assistito a un progressivo taglio dei trasferimenti statali contemporaneamente a un aggravamento delle condizioni sociali ed economiche dei cittadini che perciò hanno sempre più bisogno dell’intervento dell’ente locale. Qui troviamo il primo problema: a fronte di un aumento della richiesta di aiuto da parte dei cittadini, vediamo un progressivo calo dei contributi statali. Preparando questo intervento mi sono imbattuto in un grafico molto esemplificativo: tratteggia l’andamento dei trasferimenti dallo Stato al nostro Comune dal 2009 al 2015. L’elemento preoccupante che faccio notare è il progressivo calo degli introiti. Dal 2016 al 2017, poi, vediamo un ulteriore calo.
Da un annetto a questa parte, per l’effetto di una scelta politica nazionale che non mi interessa qui adesso giudicare, i comuni non possono più contare sul contributo TASI per la prima casa che è stato abolito in compagnia di quello dell’IMU prima casa. L’effetto sui numeri si osserva confrontando la TASI 2015, 2.005.436 euro, e quella del 2016, 835.058 euro che persiste anche nel 2017. Se poi si confronta la voce “Fondo di solidarietà e trasferimento 1° casa” si registra un calo dal 1.095.407,20 Euro del 2016 a 997.923,79 Euro di quest’anno.
La differenza mi sembra ben percepibile e, come possiamo immaginare, incide sulla minor spesa dell’ente. Il totale delle entrate da trasferimenti sono dunque passate da 1.126.151, 36 Euro del 2015 a 1.023.273, 26 Euro di quest’anno.
Dopo aver citato tutti questi dati, sperando di averli riportati correttamente, mi pongo diverse domande: come potrebbe evolvere questa situazione? Il galleggiamento per quanto può continuare? Quando avremo malauguratamente buttato a mare tutti i nostri salvagenti, come procederemo? Il Comune di Sasso Marconi ha un patrimonio disponibile ma, anche ammesso che accettassimo di sacrificare qualcuno dei nostri “gioielli”, quando saranno finiti come procediamo? L’orizzonte è oscuro; si stanno chiedendo sacrifici ai comuni mentre altre strutture non sono soggette a restringimenti. Ci delegano servizi senza poi procedere a un corrispettivo economico sufficiente a sostenerli. Credo che di questo se ne debba discutere, anche un po’ per demandare qualche responsabilità. Se il nostro compito è quello di guardare al futuro, possibilmente senza farci sostituire da uffici sterili erogatori di pochi servizi come qualche buontempone prima o poi potrebbe suggerire, bisogna che iniziamo a portare questo tema: se aumentano i bisogni, la centralizzazione delle risorse crea qualche disagio. Un problema di gestione quotidiana e un problema politico di programmazione e risposta a nuovi bisogni.
Per concludere: leggendo la parte investimenti appare come, per il 2018, sia prevista la vendita di alcuni dei nostri “gioielli di famiglia” più importanti.
La lettura che ne faccio mi porta a pensare che sia la conseguenza dolorosa della realtà del Paese che non fornisce più le risorse passate ma che, contestualmente, ha sempre più bisogno degli enti locali.
Detto questo auspico che si giunga a una soluzione alternativa non orientata a depauperare il patrimonio collettivo esauribile che questo comune possiede. Perché, se fossimo costretti a venderci pezzo pezzo contestualmente a questo calo progressivo di risorse, imboccheremmo la rapida verso un’abdicazione della politica a favore della sterile tecnica."