lunedì 13 giugno 2016
Il menopeggismo al ballottaggio
Domenica le principali città italiane andranno al ballottaggio per scegliere i sindaci che amministreranno per i prossimi cinque anni.
Personalmente non sarò chiamato al voto ma mi sono divertito a immaginare cosa voterei se fossi residente a Bologna o a Roma. La scelta di queste due città è dovuta dalla complessità dell’offerta elettorale e dal conflitto fra idee e candidati al ballottaggio.
Se avessi votato a Bologna al primo turno avrei sicuramente scelto Coalizione Civica: lista con valori e idee nette i cui principi si rifanno alla tradizione della Sinistra. Non ci sarebbe stato neanche bisogno di riflettere, Coalizione Civica sarebbe stata la mia scelta perché rispecchia i valori e le idee per cui mi batto. Per questo non posso non fare i complimenti per il risultato ottenuto, per nulla scontato, che permetterà di avere rappresentanti della Sinistra in Consiglio Comunale.
Tuttavia, non è al ballottaggio lasciando il posto a Merola, PD, e a Borgonzoni, Lega e Centrodestra. Molti pensano che l’astensione sia un’espressione di voto: in molti casi lo è ma in appuntamenti elettorali dovremmo essere mossi dal dovere di scegliere una strada, magari schizzando debolmente una croce sulla scheda.
Nel caso di Bologna il menopeggismo è lo spirito predominante: al ballottaggio si sfidano due candidati che non hanno niente a che vedere con la Sinistra. Borgonzoni è espressione di Salvini e dell’estrema destra; Merola del PD che, per onestà intellettuale, lo definirei di Centro.
Con questo quadro politico che si fa? Stare a casa? Ho già detto che, a mio parere, non è una scelta da prendere in considerazione. Per decidere si può usare una logica a esclusione: Borgonzoni? Così poi ci ritroviamo una città militarizzata xenofoba e con un colore culturalmente non adatto a Bologna? No, evidentemente non è la scelta giusta. L’unico che rimane è Merola che sta privatizzando la quasi totalità dei servizi ma almeno non alza il braccio destro in Piazza Nettuno. Potremmo definirla una scelta democristiana ma che fa un po’ meno paura della Lega e della Destra con il braccio alzato. Pur ricordando le pessime scelte in ambito scolastico e la pessima gestione dell’emergenza abitativa, Merola sarebbe la mia scelta. Non convinta, sapendo perfettamente che continuerà nel suo lavoro di privatizzazione portando a Bologna il vento renziano.
Se a Bologna entrerei in cabina non convinto, a Roma lo sarei ancora meno ma forse con un accenno di speranza. Il ballottaggio romano sarà fra Giachetti, PD, e Raggi, M5S. Se avessi votato a Roma al primo turno, avrei scelto Sinistra Italiana perché più vicino ai valori sociali e politici in cui credo.
Purtroppo, anche sulla scena romana, possiamo dire che il menopeggismo sarà una delle caratteristiche del voto di domenica. Roma, grandi scandali: mafia capitale con coinvolgimento del PD e Alemanno; Marino fatto decadere senza una seduta consiliare, vittima della prepotenza di Renzi.
Considerati gli scandali, le indagini, il PD ha sfoggiato Roberto Giachetti di cui, tutto si può dire, meno che sia un nome nuovo. Scelta molto discutibile avendo dall’altra parte il Movimento Cinque Stelle con Virginia Raggi che, per lo meno agli occhi dell’opinione pubblica, sembra una candidatura nuova.
Il Movimento Cinque Stelle l’ho criticato e lo continuerò a criticare per la sua opacità e la sua non scelta di campo. Tuttavia, se dovessi votare a Roma voterei Virginia Raggi: non perché creda in lei ma è meno peggio di Giachetti, espressione di Renzi, e per di più del PD: partito balzato alle cronache giudiziarie romane per accordi con la criminalità organizzata. Non voterei certo con convinzione, sceglierei non avendo aspettative, conscio della fumosità dei Cinque Stelle. Appunto, voterei il meno peggio.
Ci sarebbe da riflettere, soprattutto a Roma, sul menopeggismo che amministrerà la città. Chi dice che il meno peggio è Giachetti e chi dice che il meno peggio è la Raggi. L’unico dato di fatto, se vincesse il Movimento Cinque Stelle. è che potrebbe essere un bel banco di prova per dimostrare l’annunciata solidità del movimento alle prese con una città complessa come Roma.
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4 commenti:
Direi che in linea di massima sono d'accordo con te. Però essere obbligati a votare il meno Oleggio è veramente aberrante. Con stima.
Ovviamente era "meno peggio"...errore di battitura
Direi che in linea di massima sono d'accordo con te. Però essere obbligati a votare il meno peggio è veramente aberrante. Con stima.
Il senso dell'articolo è un po' questo: se fossi elettore a Bologna e a Roma, premesso che non mi piace astenermi, avrei una scelta deprimente. Per non parlare di Milano dove, probabilmente, non mi resterebbe che astenermi o annullare la scheda...
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