giovedì 14 aprile 2016
Domenica voterò Sì e vi spiego perché
Siamo giunti al termine di una campagna referendaria iniziata sotto silenzio che, grazie anche alle inquietanti intercettazioni dell’ex Ministro Guidi, si è fatta più incalzante.
Ho già espresso i motivi per cui andare a votare, purtroppo stiamo ancora assistendo a imbarazzanti dichiarazioni che invitano all’astensione. Semplicemente credo che sia un diritto, e un dovere, del cittadino rispondere a un quesito schierandosi secondo la propria opinione e le proprie ragioni. Devo dire che non credo di essere difronte a un quesito complicato che non si possa porre ai cittadini; sta nel ruolo del cittadino informarsi, costruirsi un’opinione e esprimere infine il proprio voto.
Posto questo sento l’esigenza, anche in ragione del ruolo pubblico che mi trovo a interpretare localmente, di esprimere chiaramente quale sarà la mia scelta domenica. In parte l’ho già manifestata, ma vorrei esplicitarla meglio.
Il principio generale, per quanto banale possa sembrare, è che si tratta di una scelta di area: il principio di coerenza mi impone, dopo aver sottoscritto programmi elettorali con cospicue sezioni dedicate all’ambiente, di votare sì. Troverei bizzarro propagandare l’utilizzo di energie rinnovabili e la necessità di politiche in questo senso e votare no. Con questo referendum si può mandare un forte messaggio politico in perfetta coerenza con ciò che ci diciamo da anni: un Paese che intende investire in energie rinnovabili, non concede di estrarre a vita dalle sue coste. Quindi un primo motivo è questo.
Un’altra ragione per cui voterò Sì è il mantenimento di un potere statale e territoriale nella scelta del rinnovo delle concessioni già esistenti. E’ un errore imperdonabile concedere a aziende private il potere di estrazione eliminando quelle scadenze che permettono alla politica di fare altre scelte giudicando i parametri di salute dei cittadini, i parametri ambientali e tutte quelle misure che potrebbero mostrare un problema. Il terzo motivo è frutto di quello che il Paese rischia concedendo le estrazioni sul territorio. In alti discorsi politici ci diciamo di investire sul nostro territorio, di investire sul turismo, sull’arte; la precondizione per attuare queste buone intenzioni è tutelare, proteggere il territorio e l’ambiente. Se sfortunatamente dovessimo rompere il clima ambientale che fa dell’Italia una meta turistica privilegiata, perderemmo gran parte della nostra ricchezza.
Il tema occupazionale è presente ed è da tenere certamente in considerazione. Tuttavia fa parte degli alti discorsi programmatici il fatto di riconvertire il lavoro verso un settore ancora poco esplorato. Credo immensamente che il mondo delle energie rinnovabili non sia totalmente considerato dalle politiche nazionali. Almeno non quanto lo è in altri Paesi. Questo referendum è anche questo: aprire una porta verso un settore che ancora non abbiamo chiaro cosa possa offrirci e che, a causa di sistemi lobbistici, fatichiamo a esplorare.
Voterò sì perché, il programma politico più chiaro che esista, all’articolo 9 ci obbliga a proteggere il territorio. Voterò sì perché credo nel turismo e nella grande ricchezza che porta, e può portare, al Paese; voterò sì per applicare realmente politiche ambientali alternative. Voterò sì perché è possibile creare energia senza mettere in pericolo la vita e la salute dei cittadini. Voterò sì perché si tratta di un passo da fare, sarebbe un vero cambiamento. Voterò sì per coerenza. Voterò sì perché lo dice la Costituzione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Grazie Fede per il tuo contributo. L'articolo mi piace, non e' scontato questo , va diritto all'obbiettivo di quello che vuole fare questo paese del suo presente per il mail futuro. Andiamo avanti, la forza delle idee e' dalla nostra parte . Un abbraccio Ubaldo.
Ciao Fede. Per quanto capisco l'esigenza di voler dare un significato politico di carattere ambientale a questo referendum, e per quanto io condivida e sostenga tutte le politiche sulle energie rinnovabile (tecnicamente ed economicamente attuabili), mi trovo in disaccordo con te, io domani non andrò a votare. Prima di tutto ritengo che il diritto dovere al voto per i padri costituenti era da considerarsi per le elezioni e non per i referendum; reputo inoltre l'astensione in occasione di referendum abrogativi come una espressione di dissenso di per sé (sennò dovremmo mettere in dubbio pure il valore dell'astensione in Senato che per regolamento viene contenteggia tra i no). Trovo difficile dire che questo non sia un referendum complicato, in quanto può avere pesantissime conseguenze sulla politica energetica del paese. Infatti se vincesse il SI il paese si troverebbe con una minore disponibilità di gas metano che si dovrebbe quindi acquistare all'estero per poi utilizzarlo in Italia (di fatto lasciando invariato il tasso di inquinamento). Preciso inoltre che nell'adriatico si estrae soprattutto metano e non petrolio e che il primo rappresenta la fonte energetica non rinnovabili meno inquinante riconosciuta dalla UE come energia di transizione alla rinnovabile. Aggiungo poi che già adesso non è possibile fare nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, per cui visto che le piattaforme già esistono e la fase più inquinante è già passata (quella della trivellazione) non vedo come non far estrarre il metano dai pozzi possa migliorare i parametri ambientali del paese. Parto dal presupposto che tutti i limiti di leggi devono essere rispettati pena la chiusura, anche definitiva della piattaforma. Auspico invece investimenti nel rinnovabile ed una graduale diminuzioni delle non rinnovabili che però non faccia entrare in crisi energetica il mio paese.
Ciao Giuseppe, capisco le tue ragioni.
Quello che mi sfugge è perchè non si voti No invece di astenersi. Oppure c'è scheda bianca che, per chi è indeciso o non sa, è la scelta più coerente a mio avviso.
Probabilmente è un mio principio e una promessa che mi sono fatto: andrò sempre a votare. Quindi non riesco a comprendere il motivo personale dell'astensione in un appuntamento elettorale per il quale serve il quorum. Secondo me ci si sarebbe dovuti scontrare politicamente sui due fronti qualunque fosse il motivo del referendum partendo dal presupposto che questo strumento non debba essere usato contro qualcuno. Proprio per questo, quando ho espresso le ragioni che mi hanno spinto a votare si, non ho mai posto Renzi come oggetto. Perchè credo che sia sbagliato così come sarà sbagliato nel referendum di Ottobre. Spero che per questa occasione i comitati facciano anche cultura entrando nel merito altrimenti si perderà di vista il vero oggetto del referendum.
Posta un commento