lunedì 18 aprile 2016

Cari concittadini


Mi piacerebbe molto formulare analisi sul voto di ieri. Tuttavia purtroppo non è possibile, l’affluenza mostra un altro problema che va al di là delle analisi politiche.
Quindi ho deciso di rivolgermi ai miei, ai nostri concittadini.

Cari concittadini,
il concetto di democrazia è astratto: un insieme di valori astratti, non sempre ben specificati, che però hanno manifestazione nei diritti e doveri del cittadino.
Uno di questi è il voto, un diritto conquistato con il sangue di migliaia di persone che viene considerato uno dei simboli più alti del concetto di democrazia.  Il voto, per le democrazie rappresentative come quella italiana, è il motore del sistema, la fonte di tutto. La nostra Costituzione, fin quando ce la lasceranno, all’articolo 75 prevede il referendum abrogativo sancendo, perché sia valido, che partecipino il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Non è un dettaglio discrezionale, è la precondizione per prendere in considerazione il risultato del referendum.

Cari concittadini,
prendendomene tutta la responsabilità, credo che per i referendum, come del resto anche negli altri appuntamenti elettorali, l’astensione non sia neanche da contemplare come opportunità: si va a votare, si invita ad andare a votare dopodiché si valuta il risultato. Il fatto di non andare a votare a un referendum abrogativo fa si che, qualsiasi sia il risultato, non possa venire preso in considerazione.
Sì, analizzando il risultato, potrei riferirmi agli atteggiamenti di Renzi, Napolitano e di altre figure politiche che hanno invitato all’astensione. Però, gettando su di loro tutta la colpa, faremmo un torto alla nostra intelligenza, alla nostra autonomia decisionale. Non voglio credere che la maggior parte dei cittadini non abbia partecipato al voto perché gliel’ha detto Renzi o Napolitano. Mi rifiuto di crederlo seppur in qualche caso, probabilmente, sarà vero.
Non credo neanche che fossimo difronte a un quesito complicato: è stato spiegato in tutte le salse dai media ufficiali e non. La complessità non è una giustificazione accettabile perché, a questo punto, entra in gioco un altro dovere del cittadino: informarsi; dovere valido sempre ma ancora di più alla soglia di un appuntamento elettorale.

Cari concittadini,
si dice sempre,  quasi come fosse uno slogan: “attuare la Costituzione”. Questa volta ce ne siamo bellamente fregati, ne dobbiamo essere terribilmente consapevoli. Potevamo attuare l’articolo 75 e non l’abbiamo fatto, o meglio: molti non l’hanno attuato.

Sempre assumendomene la responsabilità, credo che alcune posizioni, prese pubblicamente da dirigenti locali di partito, siano state scorrette. Penso che si debba fare politica sempre nel merito prendendo posizioni nette, questo vale ancora di più per chi ha incarichi politici, bassi o alti che siano. Mai sbeffeggiare un appuntamento elettorale, mai prendere in giro le posizioni che si confrontano in esso.

Cari concittadini,
che dire concludendo. Questo referendum è una sconfitta pesante messa in atto in una splendida collaborazione fra cittadini, politici e non

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