domenica 1 febbraio 2015

Il successore




Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica: eletto al quarto scrutinio con 665 voti, poco distante dalla soglia prevista per le prime tre votazioni tramite le quali si cerca il più largo sostegno.

Su questa elezione c’è da dire molto, ci sono molti dettagli cominciando dal ruolo strategico di Renzi che è riuscito a tenere unito il PD, schieramento non precisamente governabile. Mattarella è stato scelto arbitrariamente dal segretario PD a poche ore dalla prima votazione ma non votato fino alla quarta votazione, quando il quorum scende dai due terzi alla maggioranza assoluta. Scelta discutibile soprattutto per l’atteggiamento stizzoso di Renzi che, per varie volte, ha ripetuto che il Presidente della Repubblica lo avrebbe eletto il PD: falso in quanto lo schieramento di Renzi poteva far fede solo su 446 voti, che nono sono bastati neanche alla quarta votazione dove servivano 505 voti.

L’imposizione del nome di Mattarella porta con sé molte apparenti vittime: uno di questi è il famoso Patto del Nazzareno con Berlusconi, che non ha digerito molto bene il nome scelto da Renzi, mostrando come fra le righe di quel patto segreto ci fosse anche l’accordo per il Presidente della Repubblica che, alla luce di quanto successo, è stato chiaramente infranto. Se non fosse così non si spiegherebbe il nervosismo mostrato da Forza Italia che, per far notare il proprio lieve disappunto, ha votato scheda bianca; almeno così dicono. Un’altra vittima, subito recuperata, è Alfano e il suo NCD alleato di governo di Renzi che preferivano un altro nome, forse proveniente da destra. Insomma il Centrodestra ne esce spaccato, NCD perché ha dovuto avallare la scelta di Renzi forte del fatto che Alfano ricopre un ruolo di primo piano; Forza Italia perché non tutti hanno rispettato la linea votando Mattarella.

L’M5S meno i fuoriusciti ha invece votato Imposimato, nome scelto in rete, fin dalla prima votazione. SEL, con l’avallo di Vendola che spera forse in un puntiglioso controllo sul Governo, ha contribuito a eleggere Mattarella dopo aver votato scheda bianca e altri nomi nei primi tre scrutini.
Questo il quadro politico che si è determinato con l’elezione del successore di Napolitano.

Ma chi è Sergio Mattarella?
Molti lo conoscono per la legge elettorale che ha preso il suo nome; tuttavia non è conosciuto dai più. E’ interessante il suo curriculum politico dal quale emergono molti chiaroscuri che, sicuramente, non garantiranno l’unità nell’accettare questo presidente. Proveniente dalla sinistra DC, è stato ministro in diversi esecutivi e da questo ruolo provengono i dettagli che provocheranno perplessità; uno su tutti: durante la guerra del Kosovo, Mattarella Ministro della difesa, fece partecipare l’Italia alla missione NATO in continuità con il patto atlantico. Questo fatto potrebbe suscitare dibattito soprattutto in relazione all’articolo 11 della Costituzione del quale, molte forze politiche, chiedono da tempo il rispetto.

Possiamo essere politicamente corretti, rispettando il cerimoniale, augurando buon lavoro al Presidente, ma poi i nodi arriveranno al pettine a meno che Sergio Mattarella non si riesca a distaccare interamente dalla sua carriera passata e a trasformarsi in un arbitro garante della Costituzione. Il ruolo di giudice costituzionale, membro della Consulta che ha da poco rigettato la richiesta di referendum sulla legge Fornero, già lo metterà in conflitto con chi pensa che quel referendum poteva essere concesso, e soprattutto, con chi ha raccolto le firme. Queste sono solo supposizioni, i fatti potranno confermarle o smentirle; certo è che, dalle poche parole che ha pronunciato subito dopo l’elezione, si può scorgere un distacco da quello che è stato il linguaggio di Giorgio Napolitano.

Il primo test, anche se non indicatore precisissimo, sarà il discorso d’insediamento nel quale si potranno osservare le linee guida di questo settennato. Tuttavia i nove anni di presidenza Napolitano insegnano e fanno placare i moti di fiducia che potrebbero sopraffarci. Dopo questi nove anni non sarà più possibile lasciarsi cullare nelle braccia del Presidente senza tenere un occhio sempre vigile. A meno che il Presidente Mattarella non mostri un cambio di rotta radicale alla Papa Francesco per intenderci; a quel punto, allora, potremmo anche pensare di distrarci un po'. Ma non troppo.

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