martedì 9 dicembre 2014

Il macabro fa utile




Sperando di non offendere la sensibilità di nessuno, vorrei dire qualcosa sul comportamento dell'informazione in questi ultimi giorni. Da quando è morto il piccolo Loris è partita la macchina dell'informazione assetata di gialli, omicidi, delitti, affamata di cronaca nera per costruirci plastici invitando esperti, intervistando avvocati, famigliari; correndo per l’esclusiva. Per fare utile.

Sì perché, quello che stiamo vedendo in questi giorni, non è informazione, non posso credere che sia il fine per cui una persona studia tanti anni; ma è speculazione sull'informazione che è una specialità ben diversa da quella di informare.

Significa speculare sul dolore di persone reali, che stanno vivendo la loro vita. Forse a volte ce lo dimentichiamo: davanti alle telecamere, in questi casi, non c'è l'attore che recita il ruolo di mamma o papà di nonna o nonno su un set, ma ci sono persone vere che, allo "stop" dell'operatore, non si cambiano e vanno a casa perché magari, a casa, ci sono già con decine di troupe fuori dalla porta assetate di dichiarazioni, di stati d'animo, di volti straziati da buttare in copertina l'indomani.

E si aprono le "fasce quotidiane" nei programmi magari fra un’ospitata e l’altra. E i collegamenti dal luogo del delitto con affermazioni imbarazzanti fatte da altri cronisti invitati da loro colleghi durante i collegamenti; quelle belle camminate a fianco degli avvocati difensori che mangiano il microfono talmente gli è attaccato alla bocca.

E non vogliamo parlare dei “riassunti delle puntate precedenti" come se i delitti fossero fiction: prima di una nuova "puntata" non vuoi fare un riassunto dei fatti precedenti? Altrimenti si rischia di non capire la linea gialla. Il problema vero è quando gli investigatori sembrano più rapidi del previsto impedendo così di spalmare gli ascolti nel tempo.
Questo sì che è un problema gravissimo, risolvibile con una spasmodica cronaca minuto per minuto storgendo il naso indispettiti quando l'inquirente chiede di poter lavorare senza telecamere.
Non è finita qui perché, chi è che non vorrebbe andare sul set della fiction preferita? Tranquilli c'è il turismo nero, il turismo macabro, che porta sui luoghi visti in TV, non nei film, ma nei TG.

 Ecco, perché tutto questo? Perché speculare sui casi di cronaca nera invece di limitarsi ad informare? Non sarebbe ora di smetterla di trattare i casi di cronaca nera come nuove fiction? Non sarebbe ora di trattare queste notizie informando le persone invece di scriverci sceneggiature pronte per il grande schermo?
Queste parole sono ridondanti: si ripetono ogni volta, quasi per circostanza mentre si commette lo stesso errore a cui si sta lanciando la critica. Forse perché per l’utile non si guarda in faccia a nessuno.

Si fermi questa macchina per cui il macabro fa utile. Basta… Non vi pare?

lunedì 1 dicembre 2014

Elezioni in Emilia-Romagna: dall'affluenza non si può prescindere


Unisco anche il mio commento alla serie di analisi sul voto regionale in Emilia-Romagna.

Non essendo io un commentatore calcistico, non utilizzerò linguaggi del tipo "2 a zero" per descrivere i risultati delle urne. Primo, perché mi sembra inopportuno; secondo, perché mi sembra estremamente riduttivo e anche un po' mistificatorio.

Prima di iniziare è necessario dire che abbiamo un nuovo presidente della Regione: Bonaccini, il dato di fatto è che ha vinto le elezioni in Emilia-Romagna altrimenti non starebbe formando la nuova Giunta. Questo è un dato di fatto e va preso così com'è, non è possibile farci il punto croce sopra.
Ma, l'elemento che prenderei seriamente in considerazione è il 37,7% di affluenza alle urne; questo dato completa l'affermazione precedente: Bonaccini è stato eletto con il 37% di affluenza. Ecco, io più che "giochicchiare" con i numeri facendo il gioco delle tre carte, mi concentrerei sul 37.7 % di affluenza. Se volete ve lo giro: il 62% di astensione. Così forse fa più effetto giornalisticamente parlando.

Il problema qui è capire in che modo Bonaccini ha vinto e se, da un punto di vista democratico, il 37% di affluenza legittima l'elezione; dal punto di vista giuridico tutto a posto altrimenti non avremmo un nuovo presidente, ma dal punto di vista politico non sono così sicuro che Bonaccini sia un governatore legittimato.

Per carità, ognuno può essere contento del risultato del proprio schieramento, ma personalmente percepisco ogni risultato falsato dal 37.7% di affluenza che pone un problema democratico che tocca tutti noi in modo serio. Avere una base di elezione così bassa non è un buon biglietto da visita per nessuno, neanche per il vincitore.
Per rendere ancora più chiaro il concetto: se avessimo votato ad un referendum, non sarebbe valido poiché non è stato raggiunto il quorum. Quindi ci si trova di fronte ad una situazione, ad uno scenario, nel quale ogni analisi politica viene per forza schiacciata dall’incredibile dato dell’affluenza. Non può essere altrimenti a meno che, tutti d’accordo, non s’inizi il gioco delle tre carte.

Non faccio riferimento a nessun risultato poiché, come detto sopra, il data relativo all’affluenza rende tutti gli altri numeri non puramente commendabili. Tutti i risultati hanno lo stesso comune denominatore: un’affluenza molto inferiore alla metà; per questo tutti i commenti possibili andrebbero ponderati sul 37.7%.

Questa tornata elettorale consegna a tutti noi un dato sconfortante e sconvolgente sul quale presumibilmente si aprirà una lunga discussione, sia da parte dei soggetti politici, sia da quella dell’elettorato attivo. Nessuno potrà essere indifferente.