venerdì 14 febbraio 2014

Dalla padella alla brace, la discesa è rapida


Con una direzione del PD Letta è stato amorevolmente scalzato dalla Presidenza del Consiglio; al suo posto Matteo Renzi, la pop star, il “berluschino”.

E’ evidente a tutti come Letta, in questi mesi, abbia galleggiato senza mettere mano alle emergenze del Paese, un governo assolutamente incapace di scegliere e piegato verso la UE: Letta è stato il cagnolino “Fido” dei poteri forti denotando la sua piena incapacità nel ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio. Se facessimo una breve cronistoria del Governo Letta, non si potrebbe non citare l’imbarazzante discorso sul quale ha chiesto la prima fiducia alle camere: un discorso irrispettoso verso la Costituzione e verso il Parlamento il quale, solo per questo, non avrebbe dovuto attribuirgli la fiducia. Credo che ci sia qualcosa di preoccupante quando un governo ha l’intenzione di stravolgere la Carta costituzionale pur non avendo un mandato per procedere a un oltraggio simile.

Se ci si riferisce al periodo post elettorale, si ricorda come Letta sia stato nominato da Napolitano dopo il fallimento di Bersani inaugurando così il secondo governo consecutivo frutto di un accordo di palazzo. La stessa dinamica sta avvenendo in questi giorni fra Letta e Renzi, si pensa che il 68% ottenuto ai primari basti per assumere il ruolo di Presidente del Consiglio, ci si dimentic< della possibilità di tornare alle elezioni perché non è stata ancora promulgata la seconda porcata con la quale l’Italia dovrà votare. Così s’inaugura il terzo governo consecutivo non legittimato da un rinnovo del Parlamento. In tutto questo, che non deve essere percepito come un dettaglio trascurabile, è presente un grande rischio democratico: la perdita del principio del voto che, in una democrazia parlamentare, deve essere la scelta principale in qualunque momento. Il Governo Monti, con il quale si sono fatti accomodare i grandi banchieri provocando uno sfacelo sociale ed economico, è stato insediato da Napolitano con lo stesso sistema.


E’ il caso di dirlo: dalla padella alla brace. Dall’inettitudine di Letta al liberismo spinto di Renzi non sembra un grande passo in avanti considerando i problemi da risolvere. Il liberismo non è mai stato una soluzione a una crisi, è indispensabile un intervento serio in economia, sul tema del lavoro, in Europa, è necessaria una forte regolamentazione della finanza; è indispensabile investire e non tagliare. Solo mettendo in campo azioni in favore della società si uscirà dalla crisi: non ho ancora visto una patrimoniale seria per ristabilire equità; non ho ancora visto una lotta all’evasione fiscale seria, un mercato del lavoro rispettoso dei lavoratori; non ho ancora visto un utilizzo consapevole delle risorse: la TAV, che ha un’utilità sotto zero, poiché il commercio con Lione è in calo, si deve bloccare; non può esistere un finanziamento per un progetto inutile.

In questo momento storico è necessario destinare risorse alla società, non è il momento di grandi opere, si deve introdurre un’etica sociale volta a sostenere gli effetti della crisi e a rilanciare un Paese in modo diverso; tutto ciò il liberismo non lo può fare, la cultura autrice della crisi, non può risolverla: serve un altro tipo di cultura. Ecco perché credo che Renzi sarà un vero disastro per l’Italia, chiamandolo “diversamente di sinistra” farei un torto a chi mi legge; Renzi è liberista con una forte somiglianza con Silvio Berlusconi. A questo punto è chiaro che si sta passando da un governo immobilista a uno liberista, ciò ci deve far preoccupare perché la cultura non cambia, e se essa non cambia mettendo al centro i veri protagonisti, i veri problemi, non ci sarà prospettiva per il Paese.

Dalle primarie a oggi Renzi ha presentato due provvedimenti: il job’s act e l’Italicum, due progetti orribili, tutto ciò come Segretario. Proviamo a immaginarci Renzi al Governo, sarà una catastrofe. Non peccherà d’immobilismo, ma non invertirà la rotta, liberista è e liberista rimarrà. L’unico effetto che susciterà Renzi premier sarà quello scenico perché avvolto da un’aurea strana che non proviene tutta dal suo 68% col quale sta sopravvivendo, ma anche da un finto fascino che si è costruito. Si è creato un personaggio con un linguaggio popolare, populista; con il quale ammalia nascondendo la sua vera cultura politica.

Si proseguirà con le riforme populiste: abolizione del Senato, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, Italicum eccetera, senza però cambiare rotta al Paese.
 E’ questo il futuro che vogliamo? A mio giudizio non lo è; si tratta di un pericoloso governo che farà cadere la società dalla padella alla brace.