giovedì 23 gennaio 2014

La seconda porcata chiamata "Italicum"



Renzi, forte del sodalizio stipulato con Berlusconi al Nazzareno, ha presentato la sua riforma della legge elettorale alla Direzione del PD, la quale ha votato a favore solo con 34 astenuti. Alla luce dell’appellativo di “seconda porcata”, planato sulla proposta di Renzi dopo poche ore, andiamo a decifrare il contenuto in termini politici.

La proposta votata dalla Direzione PD è un maggioritario con eventuale doppio turno: la coalizione, o la lista, che raggiunge il 35% dei consensi ha diritto ad un premio di maggioranza che non può andare oltre al 18%. Nel caso che nessuna forza raggiungesse il 35% scatterebbe il doppio turno, il ballottaggio, fra le prime due forze risultanti dal primo turno. Sono presenti tre nuove soglie di sbarramento aumentate esponenzialmente rispetto all’incostituzionale “Porcellum”: il 12% per le coalizioni, il 5 per i partiti coalizzati e l’8% per i partiti singoli. Alla fine di questo folle progetto ci sono le liste bloccate. Fingendo di rispettare il dispositivo della Corte Costituzionale, è prevista la riduzione della lunghezza delle liste.

Nessuno avrebbe potuto immaginare una legge peggiore del “Porcellum” tranne la pop star Renzi che ha deciso, con un atteggiamento fortissimamente autoritario e antidemocratico, che la prossima Camera dei Deputati non dovrà rappresentare i piccoli partiti; questo, se l’impianto non subirà modifiche, porterà ad un parlamento non rappresentativo. Il premio di maggioranza previsto rientra fra quegli accorgimenti, che Renzi e Berlusconi hanno negoziato senza troppo sforzo, per costruire sistematicamente una maggioranza parlamentare non tenendo conto del voto. Se questa sarà la legge elettorale si avranno elezioni falsate.

L’ ”Italicum”, questo è il soprannome della proposta, avrà delle ricadute politiche non indifferenti: eliminerà, aiutato dall’abolizione del finanziamento pubblico, i piccoli partiti che pur rappresentano parti della società. Questo fatto entra in contrasto con la Costituzione, nella quale è presente il massimo rispetto per tutte le forze politiche. Renzi, accompagnato dal suo inconscio Berlusconi, ha progettato un sistema che demolirà la rappresentanza parlamentare.

E’ proprio questo punto che deve essere centrale: un sistema elettorale in Italia, per la sua conformazione politica e per i principi espressi dalla Costituzione, deve assolutamente e necessariamente prevedere la rappresentatività della società in Parlamento. L’ “Italicum” questo non lo permette, consente anzi l’aberrante scopo del bipolarismo bipartitico. La scusa della governabilità è assolutamente infondata in quanto è da percepirsi come caratteristica e non come obbiettivo da conseguire artificiosamente. L’ “Italicum” pone la governabilità al primo posto anziché la rappresentatività ignorando la forma di governo parlamentare prevista dalla Costituzione.

Per quanto riguarda il Senato, che negli intenti della pop star Renzi dovrà essere abolito diventando Camera delle Autonomie, nell’Italicum si prevede nel frattempo che possa essere eletto con le medesime norme della Camera dei Deputati, soltanto trasponendo il tutto su base regionale.

Renzi, forte del 68% ottenuto alle primarie, strumento col quale si è fatto emergere l’individualismo politico a scapito del sistema partito, ha imposto la proposta di riforma del sistema elettorale non rispettando la normale dialettica prevista dalla Costituzione.
La legge elettorale non è un semplice provvedimento che si può approvare trovando una maggioranza e imponendoglielo; bensì, considerata l’importanza del provvedimento, è necessario aprire un dibattito parlamentare ed extraparlamentare. Renzi, accompagnato dalla sua smania prevaricatrice di modificare il sistema in peggio, sta violando tutte le norme democratiche. Anche sulla gestione “renziana” del PD ci sarebbe da discutere; sta avviando una leadership al quanto discutibile e dai modi autoritari.

Quello che sta accadendo in Italia è di una gravità estrema: si sta manomettendo la democrazia; è necessario difendere la Costituzione e i principi in essa contenuti. Il proporzionale non è soltanto un dovere morale ma anche, e soprattutto, un dovere costituzionale.