martedì 29 ottobre 2013

Se Renzi è il "nuovo", io voglio essere "vecchio"


 Se Renzi è il "nuovo" che avanza, io voglio essere "vecchio". Naturalmente non facendo riferimento all'età anagrafica poiché, se prendessi questa in considerazione, per ovvi motivi risulterei giovane.

Io voglio essere vecchio, e ciò che sto per dire non mi sarà d'aiuto nell'epoca del populismo, in relazione alla politica. Vorrei rimanere in una Sinistra che faccia riferimento al P.C.I., che abbia ideali ben chiari, che non si rovini pensando puramente al marketing politico. Il marketing politico si utilizza nelle analisi, nei libri scenaristi, ma all’interno dell’azione reale non produce nulla di buono.

Se noi abbandonassimo l'ideologia, l'ideologia di Sinistra, Comunista, potremmo anche non fare più politica. In poche parole Renzi dice che per vincere è necessario diventare DC, cosa che peraltro il Pd sta già facendo abilmente.

Renzi, aiutato da una buona dose di carisma che fa sempre comodo nella società attuale, sta propagandando l'abbandono delle ideologie e l'applicazione di una politica liquida; praticamente un'attività di gestione. La politica non è questo: uno dei presupposti della politica sono gli ideali, la forza propulsiva che scatenano al fine di lottare per raggiungerli; se si eliminassero gli ideali, sarebbe come dire addio alla politica.

 Credo che sia necessario altro: penso che sia necessario per esempio ricostruire un partito comunista in Italia; ritengo necessario tornare a fare uso di quei termini che hanno appassionato le persone alla politica: "Sezioni", "Socialismo", prima di Craxi, “Comunismo”, "Marx", ogni tanto pronunciare "Togliatti, Berlinguer", utilizzare i simboli senza vergogna. Sostengo che andare verso partiti americani, comitati presenti solo nei periodi degli appuntamenti elettorali, non farà che aumentare il divario fra i cittadini e la politica.

Renzi vuole buttare nel cestino la storia della Sinistra, vuole buttare anni di insegnamenti, dai quali dobbiamo prendere ancora esempio, in cui la politica era percepito come un aspetto fondamentale da parte dei cittadini.
Io, se Renzi rappresenta il "nuovo", voglio essere "vecchio".
 

giovedì 10 ottobre 2013

I fatti di Lampedusa, il mio commento


A Lampedusa si sta assistendo a qualcosa di orribile, di disumano, estremamente vergognoso.
Centinaia di persone in cerca di un futuro migliore, fuggite dalla guerra e dalla violenza, hanno trovato la morte a pochi passi dall'isola. Questo è una sconfitta per l'Italia che, non solo interrompe vite umane, ma non adempie all'articolo 10 della Costituzione.
Come se non bastasse, per vergognose leggi a firma Maroni, i pescatori che abilmente hanno salvato alcune persone dalla morte sono inquisite per favoreggiamento al reato di clandestinità introdotto dalla legge Bossi-Fini.

Tutto ciò è vergognoso, non accogliere persone in cerca di un futuro migliore è un reato morale; è un reato morale bloccare dei pescatori colpevoli di avere salvato vite umane; è un reato morale arrestare chi proviene da altri Paesi nei quali sono presenti condizioni sociali peggiori.

I fatti avvenuti a Lampedusa rappresentano l'emblema di una cultura politica che deve cambiare: basta morti in mare. Questa cultura deve cambiare eliminando l'orribile, e disumana, legge Bossi-Fini che punisce un reato che non fa male a nessuno, un reato che commetterei anch'io se mi trovassi nelle condizioni di dover migrare; un reato che non deve esistere.

L'Italia, data la sua posizione geografica, deve elaborare politiche di accoglienza, deve mettere in pratica il principio di solidarietà che la Costituzione prevede. I migranti devono poter trovare un faro accogliente, non i radar "antibarcone"; i migranti devono essere aiutati nel "viaggio della speranza" per non rendere l'approdo un'incognita, ma una certezza.

L'Italia deve rispettare i migranti; deve abolire definitivamente la legge Bossi-Fini

  

mercoledì 2 ottobre 2013

La caduta che avrebbe cambiato le sorti del Paese


Letta ha incassato la fiducia al Senato. Berlusconi che, fin a qualche ora prima aveva tenuto la linea della sfiducia, con la sua dichiarazione di voto in aula ha ribaltato tutti gli scenari immaginati. La domanda che ci si potrebbe porre è: fino a quanto manterrà la fiducia? Fino al voto della sua decadenza?

 Tuttavia l'Italia si trova ancora con un governo immobile, plastico, il quale non cambierà certo stile dopo il salvataggio. Nel discorso di Letta al Senato si sono potute sentire parole imbarazzanti, alcune delle quali hanno ordinato esplicitamente un tempo prima del quale il governo non può essere sfiduciato scoccando un grosso oltraggio al Parlamento. Parole ancora più imbarazzanti sono state quelle che hanno ribadito l'impegno solenne dell'esecutivo a modificare, stravolgere, la Costituzione.

In tutto ciò il PD, e le altre forze che sostengono il governo, si sono complimentate con Letta per il buon lavoro svolto. Quale buon lavoro? Io vedo solo un Paese che sta continuando a scivolare sempre più in basso, con un Governo fermo incapace di attuare quelle riforme radicali necessarie per tentare una ripresa. Mi sembra lampante la catastrofica situazione dei lavoratori in questo Paese; mi sembrano allarmanti i dati sulla disoccupazione che ogni giorno aumenta; appare strano come Letta possa ignorare tutto questo continuando con la sua "non azione di governo". Una "non azione" che però sta riservando la sua attività al brutale stravolgimento della legge fondamentale dello Stato.

E' stato imbarazzante inoltre sentire come, la faticosa convivenza fra PD e PDL si sia trasformata in una convivenza accettata con piacere dai suoi componenti, e avvallata dal “terzino” Monti, per il quale il Governo sta portando avanti un'azione positiva.

Il problema arriverà quando Letta e i suoi sforneranno la legge di stabilità nella quale l'austerità sarà l’elemento principale. Ecco uno dei molti motivi per cui si è sperato che, con la giornata di oggi, il Governo Letta cadesse: per andare alle elezioni e cercare una maggioranza più rispettosa del Paese e della Costituzione.