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lunedì 8 aprile 2013
lunedì 1 aprile 2013
Le elezioni 2013 e l'entrata dei "grillini" in Parlamento
Le ultime elezioni ci hanno consegnato un risultato politicamente complesso che è espressione anche delle problematiche del sistema elettorale attuale.
Alla Camera il Centrosinistra ha ottenuto la maggioranza dei seggi grazie al premio attribuito su base nazionale; al Senato, invece, non è presente una maggioranza siccome nessuna forza politica ha ottenuto il premio di maggioranza assegnato su base regionale.

Le forze politiche in grado di garantire a Bersani una maggioranza erano: il Movimento Cinque Stelle che ha posto l’assoluto dissenso nei confronti di un governo a guida PD e ad ogni opzione proveniente dai partiti ritenuti da Grillo come qualcosa di orribile; e il PDL che avrebbe accettato solo se ci fosse stata l’accoglienza di Alfano come Vicepresidente del governo. Il PD ha risposto non accogliendo la proposta del PDL.
Il Presidente della Repubblica, a seguito di un secondo giro di consultazioni, è arrivato alla decisione di istituire due gruppi di lavoro, politicamente eterogenei che stilino, in campo economico ed in quello istituzionale alcuni punti programmatici per un governo di larghe intese.

La dipendenza dalla rete del Movimento si paleserà un atto autolesionista in quanto, il rifiuto ai rapporti con la stampa tradizionale, consiste in un principio di disinformazione verso quelle fasce di corpo elettorale distante dal web e dal mondo digitale.
Il Movimento di Grillo non ha calcolato, per la seconda volta, la possibilità di ricevere voti; credeva di ottenere un numero di seggi che gli permettesse di far opposizione all’interno del parlamento e di continuare sull’onda dell’antipartitismo. Invece, sotto gli occhi increduli dei candidati, ha conquistato una fetta di Camera e Senato entrando a far parte delle forze politiche necessarie per la costruzione di un governo. Nonostante questo i parlamentari cinque stelle procedono con la loro filosofia antipolitica e antipartitica non percependo la responsabilità politica della situazione.
Sono molte le ipotesi in campo per il futuro: per adesso non è possibile parlare di elezioni anticipate perché il Presidente della Repubblica ha il mandato in scadenza quindi non può esercitare il potere di scioglimento delle camere. Tuttavia non potrà essere una legislatura quinquennale perché vede un parlamento scomposto, senza una maggioranza solida in entrambe le camere e formato da quattro poli incompatibili fra loro.
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