Si è aperta una stagione molto calda, è alle porte l’anno delle elezioni politiche, i partiti sono nel pieno della loro crisi e si sta allargando sempre più la voragine di sfiducia da parte degli elettori.
Sono molte le questioni da discutere, dalla crisi politica
alle primarie del PD, dall’argomento propagandistico e demagogico del rinnovo
generazionale in politica alla candidatura di Matteo Renzi alle elezioni per
scegliere l’aspirante premier all’interno del PD, dal mistero di Silvio
Berlusconi alle visioni del Presidente Monti a proposito della fine della crisi
economica, dai deliri dei ministri tecnici agli episodi di scarsa democrazia.
Insomma gli argomenti da trattare sono molti e di un’importanza indiscutibile
per il futuro del Paese.
Iniziamo dalle famose primarie del PD che stanno
scombussolando la scena politica. Uno dei molti candidati alle elezioni
dell’aspirante premier all’interno del PD, e forse della coalizione indefinita
di centrosinistra, è Matteo Renzi, principale sfidante di Pierluigi Bersani, anche
conosciuto come il sindaco di Firenze e come il “Rottamatore”. E’ proprio con
questo appellativo che ha iniziato la sua campagna elettorale riscuotendo molto
successo; la presentazione di Renzi si accompagna spesso e volentieri con
l’affermazione e lo slogan sullo spazio ai giovani in politica.
Renzi risponde a quella fetta di elettori alla ricerca del
rinnovo generazionale in politica. Ma, siamo veramente sicuri che vogliamo
affrontare lo stesso pericolo della città di Parma con il giovane sindaco
Pizzarotti? Non è la stessa cosa per Renzi in quanto ricopre da tempo un ruolo
importante, tuttavia questo rispettabilissimo sentimento generale del “politico
giovane” va chiarito. Va
specificata la richiesta: si vogliono giovani qualsiasi o si valuta anche
l’offerta politica che possono offrire alla società?
A questa richiesta generale è presumibile che abbiano
contribuito alcuni episodi che hanno condotto l’elettore a scartare gli esperti
e a voler tentare con i giovani. Si sta inoltre producendo un vero e proprio
stereotipo terribile nei confronti del “politico”, un disagio terrificante per chi
svolge il proprio ruolo con dedizione e un vero problema alla vigilia di un
anno elettorale.
La frase che molto spesso si sente dal Presidente del
Consiglio Mario Monti non ha fondamenti solidissimi: il professore sostiene di
vedere la fine di questa crisi economica. Non si sa su che basi lo possa
affermare, forse dal calo dello spread o da fonti europee; tuttavia il quadro
sociale, le condizioni di vita degli esseri umani che lavorano, che vanno a
scuola, non sono rosee, anzi, da questi fattori si osserva una situazione
comatosa. Ricordo, e non smetterò mai di ripeterlo, che è necessario
osservare la condizione dei cittadini per percepire lo stato di evoluzione
della crisi, lo spread è un dato prodotto da una differenza, che sicuramente
non ha la stessa importanza delle vite delle persone che trascorrono il proprio
presente, vivranno il loro futuro, educheranno i loro figli e li dovranno
mantenere. Lo spread sarà sicuramente un metro di valutazione ma non è l’unico,
non è il solo strumento per valutare la situazione.
Intanto, in questo bel quadro pacifico, i ministri tecnici
stanno dando sfoggio alle proprie velleità artistiche producendo decreti come
computer; l’unico piccolo problema è che questi decreti, o non apportano alcun
cambiamento, o producono delle catastrofi all’interno della società. Il
ministro Balduzzi ha composto un disegno di legge contro le dipendenze da gioco
d’azzardo e dal fumo: le proposte contenute dalla legge non operano una vera
lotta alle dipendenze sopracitate.
La legge prevede una tassa sulle bibite gassate; l’allontanamento di
giochi d’azzardo, lotto, video poker di almeno 200 metri da scuole, centri
anziani e parrocchie; multa da 1000 Euro per le tabaccherie che vendono
sigarette a minori di diciotto anni.
Tutti questi provvedimenti non creano le condizioni per le
quali venga repressa l’esigenza di fare questo tipo di azioni; la persona
dipendente dal gioco d’azzardo non viene fermata dai duecento metri di distanza
per raggiungere l’oggetto da lei desiderato, forse la può indurre a non essere
tentata, ma non credo che questo possa far cessare la condizione di dipendenza.
Se anziché emanare questo tipo di
provvedimenti, assolutamente inutili, il Governo incentivasse le politiche di
Welfare si arriverebbe, probabilmente, allo scopo che il Ministro Balduzzi
pensa di raggiungere con questo decreto. Però su questo è doveroso attuare
anche un altro tipo di ragionamento: Il modo migliore per ridurre, ed eliminare,
i casi sociali prodotti da questo sarebbe l’abolizione di tutti i giochi
d’azzardo e di tutte le macchinette elettroniche legalizzate dallo Stato su
tutto il territorio nazionale. Tuttavia questo è impraticabile in quanto
l’introito proveniente dai giochi sopracitati è altissimo per le casse dello
Stato e per questo viene impedita una soluzione radicale che potrebbe giovare
al sistema sociale.
Un decreto terrificante è invece quello redatto dalla
Ministra Fornero che modifica radicalmente il mondo del lavoro.
Il decreto ha messo in subbuglio il mercato del lavoro e
soprattutto le persone che ne fanno parte. La clamorosa modifica all’articolo
18 dello statuto dei lavoratori crea la condizione per i licenziamenti più
semplici, per i licenziamenti per
questioni razziali o per questioni analoghe eliminando il reintegro immediato
del lavoratore radiato ingiustamente. La riforma consente bensì di licenziare solo
per motivi economici; ciò crea un pericolo mostruoso per i lavoratori in quanto
offre, agli imprenditori senza scrupoli, un pretesto sempre valido per
espellere dipendenti dal loro posto di lavoro.
Permettetemi di effettuare una riflessione su questo per
precisare una questione che si trova al di là della semplice ideologia: si
inserisce l’articolo 18 fra i valori della sinistra; ma non è solo questo. In
Italia ci sono state aggressioni razziali, in Italia non si è ancora compreso
che l’omosessualità non è un difetto, non si è ancora compreso che le persone
possono avere usanze, gusti, lingue diverse. Finche non si capirà questo, fino
a quando sarà presente una cultura razzista l’articolo 18 sarà fondamentale
nella salvaguardia dei posti di lavoro.
Su questo si evidenzia una battaglia forte e decisa dei
partiti della Sinistra, in particolare del Partito dei Comunisti Italiani, del
Partito della Rifondazione Comunista, dell’Italia dei Valori, di Sel, dei Verdi,
della Fiom e della Cgil che inizieranno fra poco la raccolta firme per indire
un referendum per abrogare la riforma dell’articolo 18, dello statuto dei
lavoratori, e l’articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi il
quale deroga le imprese dai contratti nazionali.
Giungiamo ora all’ultimo punto di questa lunga carrellata
che riprende la situazione sociale e politica per sommi capi: il mistero di
Silvio Berlusconi.
L’ex premier non ha ancora sciolto la riserva sulla
possibilità del suo ritorno alla guida del PDL alle elezioni politiche del
2013. Questa suspance tiene sui bracieri ardenti Alfano, il segretario del PDL,
che non sa se sarà lui il candidato premier o il padrone Berlusconi. Su questo
preferirei lasciare a voi il commento, si potrebbero approcciare molte teorie
ma si rischierebbe di finire su un terreno demagogico.
In conclusione è piacevole ricordare che esiste o meglio,
dovrebbe esistere, un’ideologia che svolga il ruolo di collante all’interno dei
partiti; un’ideologia che si trasmetta fra i tanti cittadini che si
affacceranno sul mondo politico; un’ideologia che dia ancora significato al
voto di appartenenza; un’ideologia indiscussa, sacra, inviolabile,
inconvertibile; un’ideologia che non produca trasformismi stravaganti;
un’ideologia per ogni partito che trasmetta la passione per la società e per la
“cosa pubblica”.
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