venerdì 13 luglio 2012

Monti? La rovina dell'Italia

Mario Monti
Commentare la situazione politica italiana dell’ultimo periodo sta diventando alquanto complicato: il governo tecnico rompe invece di riparare, i partiti non si vogliono assumere la responsabilità di sfiduciare il “super tecnico” Mario Monti, si stanno cercando alleanze imbarazzanti, la RAI non è riuscita ancora a migliorare la propria condotta culturale e mediatica e la cultura all’interno del Paese è a livelli inaccettabili. Procediamo per gradi e tentiamo di analizzare il quadro politico sopracitato. Sembrava l’unico tecnico in grado di attuare delle politiche innovative al fine di far allontanare l’Italia dal “Burrone”. Il Governo del “super tecnico” sta portando il Paese verso condizioni sociali ed economiche che destano dubbi sulla sua utilità.

In tutto questo il Parlamento continua a porre la fiducia sull’operato del Governo costruendo alleanze al di là del reale: il Pd sta perennemente accondiscendendo alle scelte dei ministri tecnici pur non condividendole, il PDL appoggia Monti senza condividerne alcuni provvedimenti, l’UDC sta dando la sua approvazione senza esitazioni. All’opposizione invece si trovano: la Lega Nord che sta continuando a non porre la fiducia motivando questa scelta con discorsi deliranti, l’IDV che si sta opponendo al Governo Monti perché non ne approva la condotta politica e morale e Sel che, come l’Italia dei Valori, non ne condivide la condotta. All’opposizione è schierata anche la Federazione della Sinistra che, come Sel e IDV, non sta condividendo la condotta dei tecnici e delle banche che sta ammazzando la società con in testa le fasce più deboli. Con attività forti e convinte la FDS sta cercando di formulare un’alternativa al Governo Monti per evitare lo sfascio sociale totale. 

Il Governo Monti, da quando è entrato a Palazzo Chigi, ha trattato in dose massiccia la questione economica; tuttavia è bene ricordare che la gestione di uno stato non riguarda solamente l’economia, ma anche altre materie che devono fornire ai cittadini condizioni che garantiscano una vita serena e tranquilla. 
Diventa sempre più giustificata l’impressione che, i fantomatici tecnici al governo, si siano dimenticati di avere in mano le vite di altre persone in carne ed ossa. I numeri sono inevitabilmente importanti tuttavia non ci si può basare solo su dati avendo per le mani vite umane. Un esempio di questo può essere la famosa riforma del mercato del lavoro: una riforma prodotta basandosi su dati numerici e non tenendo in considerazione gli effetti terribili che ha provocato sulla pelle dei lavoratori. Non si sta giocando a Monopoli, si stanno stabilendo leggi che andranno a cambiare la vita delle persone e non delle pedine sulle caselle. 

A tutto questo ci sarebbe una soluzione: la sfiducia da parte del Parlamento. Si ha l’impressione, e non lo possiamo provare scientificamente, che in entrambe le camere siano presenti dinamiche che non permettano la normale espressione dei politici sulle proposte del Governo. Monti ha posto il voto di fiducia su quasi tutti i provvedimenti entrati in parlamento. Sono stati richiesti 29 voti di fiducia. E’ abbastanza preoccupante che i partiti politici presenti in Parlamento non si vogliano assumere la responsabilità di sfiduciare il Governo col quale condividono solo le macchine blu. Politici pagati per rappresentare il popolo nel vaglio delle leggi votano a forza i provvedimenti pur di non sfiduciare Monti; questo è assurdo, è appropriato per una trama di un film, ma non per la realtà in cui è necessario avere un controllo vigile e severo su questo tipo di governo visti gli avvenimenti storici italiani. 

Alcuni politici in alcune trasmissioni televisive di approfondimento hanno dichiarato di essere intenzionati a votare la fiducia malgrado non condividessero il contenuto dei provvedimenti; è tremendo questo: significa che manca il coraggio di assumere il comando cacciando un governo, non politico, che sta provocando solo una strage sociale devastante.

La spending review: il pacchetto di leggi che prevedono tagli alla spesa pubblica, che sembravano azioni ad alta tecnicità contiene, fra le altre cose, tagli alla sanità e alla scuola. Ma servivano davvero i tecnici per questo? Il governo Berlusconi ha apportato gli stessi tagli scatenando, giustamente, rabbia in Parlamento. Ora, che si fa? Si sta zitti solo perché sono proposte del professore della Bocconi? E’ uno schiaffo in faccia a chi ha lottato contro i tagli progettati dalla signora Gelmini e dal signor Brunetta. Attuare tagli pesanti alla sanità significa mettere a rischio il sistema di welfare state, portare il tutto verso un modello di stato sociale di tipo liberale in cui il privato spazzerà via il pubblico. Questo potrebbe dare vita ad un meccanismo di assicurazioni e dinamiche integrative assomiglianti a quelle eliminate dalla gloriosa riforma del Presidente degli Stati Uniti.

In questo contesto i partiti politici si stanno preparando per le elezioni politiche 2013 cercando alleanze a destra e a sinistra. Questa ricerca è l’assassinio delle ideologie di partito: il Pd è interessato ad un’alleanza con l’UDC. Questi due partiti hanno ben poco in comune: il Pd, per esempio, vorrebbe allargare il diritto di matrimonio alle coppie omosessuali, l’UDC è attaccata ai dogmi cristiani e non credo che sia d’accordo con Bersani.
Nichi Vendola è più realista: non ha interesse ad un’alleanza con Casini bensì con Antonio Di Pietro dell’IDV per mantenere vivo un centrosinistra, e per quanto riguarda il PD, non ne vuole sapere se rientra anche l’UDC.

Lasciamo per un attimo il nucleo della politica italiana per trattare un altro argomento che, comunque, le è collegato: la RAI, la nostra bella televisione pubblica. 
Quando si parla di questo argomento si finisce per affermare quasi sempre la stessa teoria, rischiando di entrare in un terreno demagogico: l’uscita dei partiti politici dalla governance dell’azienda pubblica. Se ci si riflette questa soluzione non è molto demagogica; la Rai è una televisione pubblica e, in virtù di questo, non dovrebbe essere influenzata da nessuna parte politica. 
Si ricorderà facilmente la mala informazione prodotta dalla RAI rispetto al terremoto de L’Aquila; su questi fatti la televisione pubblica ha tenuto un pessimo comportamento, tutto confermato dalla ex giornalista del Tg1 Maria Luisa Busi nel suo libro Brutte Notizie. Infatti la giornalista afferma che l’informazione sul terremoto abruzzese è stata fortemente pilotata dal governo Berlusconi per trarne benefici elettorali. I partiti politici non dovrebbero entrare in Rai per garantire un’informazione libera e escludere la censura, che tutt’oggi è utilizzata; questa non è demagogia, è una soluzione per porre fine allo scandalo della televisione pubblica italiana. 

La cultura del Paese è a livelli clamorosamente bassi: si dimenticano argomenti importanti, lo spread ci riempie le giornate, ma si stanno dimenticando problemi culturali. Per esempio il fatto che l’Italia non abbia ancora preso una decisione sulla legge riguardante la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri; sembrava che i due gol di Balotelli agli europei di calcio avessero contribuito ad accendere la discussione, ma l’oscillamento dei mercati è ritornato al centro dell’attenzione. Non ci si può concentrare solo sui numeri, solo sui mercati; ci sono anche dei nodi interni che meritano attenzione. L’Europa ha mandato l’ennesima notifica riguardo il razzismo in Italia, il Governo Monti ha risposto con la riforma del mercato del lavoro. 

 La situazione politica e culturale italiana è al quanto discutibile, si è presa una decisione politica che suscita molti dubbi; si è evitato il voto, che sembrava la condanna a morte dell’Italia, ma si è posta la fiducia in un esecutivo che sta peggiorando le condizioni sociali e, come se non bastasse, sta mettendo a rischio la democrazia del Paese dimostrandosi incapace di governare facendo azioni prepotenti che non hanno niente in comune con il sistema italiano e, invece di migliorarne gli effetti, li sta solo rendendo antagonisti al tessuto sociale.