domenica 23 dicembre 2012

Conferenza stampa finale a Palazzo Chigi


E' terminata da poco l’ultima conferenza stampa del Governo Monti in cui l’ex Presidente Monti ha ripercorso le tappe principali del lavoro del suo governo a Palazzo Chigi. Nelle due ore di conferenza Monti ha motivato determinate scelte ed ha presentato i punti programmatici per il futuro. Si è detto disponibile a guidare una lista qualora gli fosse chiesto dalle forze politiche che intendessero sposare la sua agenda presentandosi alle elezioni. Per ora afferma che sarà sicuramente a disposizione del Parlamento nel quale ricopre il ruolo di senatore a vita.

E’ difficile pronosticare le trasformazioni politiche che ci porteranno al giorno del voto, tuttavia si può intuire il sorgere di un nuovo movimento formato dai partiti di centro che si dovrà necessariamente scontrare con i vecchi alleati.

Ha inoltre criticato i partiti di sinistra e la CGIL per le ideologie non al passo con i tempi. Una critica scarsa di contenuti che oltrepassa il disappunto politico andando a discutere su valori, su ideali che spingono le persone a impegnarsi politicamente. A mio avviso questo dovrebbe essere il punto dal quale tutti dovremmo prendere le distanze: criticare politicamente i partiti è naturale, ma è innaturale e per di più offensivo, criticare una parte politica per quelli che sono i valori propulsori di un sentimento di azione e d’interesse per la cosa pubblica. Le elezioni svolgono questo compito: offrono la possibilità di esprimere un parere riguardo alle ideologie dei partiti non provocando giudizi offensivi. Personalmente punto molto al ritorno delle ideologie. Distruggere questo sarebbe fallimentare, sarebbe la strada per un impoverimento della politica.

Monti poi ha citato il suo predecessore Silvio Berlusconi mettendo in guardia verso le promesse populiste che sta lanciando, il professore le giudica fallimentari e avverte del pericolo che potremmo correre se quelle proposte fossero attuate. In questo Monti è uscito dalla sua aurea tecnica per avvertire gli elettori su quello che potrebbe succedere se Silvio Berlusconi ritornasse a Palazzo Chigi.

Oggi si sono conclusi ufficialmente i tredici mesi che hanno portato l’Italia a un macello sociale ponendo l’attenzione solo sui conti. Ora però la politica deve riprendere il potere operando secondo un’etica sociale che vada a riformare radicalmente la terribile situazione prodotta dal Governo Monti.
 

domenica 9 dicembre 2012

Le dimissioni di Monti


Ieri sera il Premier Monti, dopo il confronto col Capo dello Stato nel quale lo stesso Napolitano lo ha reso partecipe del risultato del primo giro di consultazioni, ha dichiarato di voler rassegnare le dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità e di bilancio.

Le parole taglienti con cui Alfano ha dichiarato, Venerdì in seduta alla Camera, di revocare la fiducia al Governo che, a suo parere, ha aggravato la situazione italiana, hanno fatto molto riflettere Monti che non se la sente più di continuare l’esperienza di governo dopo la palese sfiducia di uno dei partiti della strana maggioranza.
I paletti posti da Monti sono stati accettati dal PDL che, a denti stretti, approverà la legge di stabilità e di bilancio per evitare l’esecuzione provvisoria.

E’ stata messa in discussione tutta la precedente pianificazione delle pratiche elettorali che sembrano essere state anticipate tutte a Febbraio dopo lo scioglimento delle camere da parte di Napolitano a breve.

Che dire di più: a mio parere, uscendo dall’analisi oggettiva della situazione politica, si sta concludendo la più brutta parentesi di governo dopo il 1945 in Italia
. Credo anche che quest’ultimo frammento di legislatura sia stato terrificante; la nascita dello “spread” ha creato un vero e proprio pretesto da utilizzare per applicare politiche deleterie, politiche inique, manovre che sono andate a smantellare lo stato sociale senza mai lanciare uno sguardo sulla società trasformata in una macelleria.

Mentre veneravamo lo spread, i BTP, il debito pubblico cresceva rapidamente.  Mentre denigravamo le indagini ISTAT e INPS accusandole di emettere il falso, i dati del carrello della spesa, i numeri della disoccupazione, quelli dell’inflazione segnalavano una situazione sociale comatosa.

Giunti alla fine di un governo tremendo che ha acconsentito consapevolmente al massacro sociale trasformando l’Italia, già ridotta all’osso dal governo Berlusconi, in un paese con un disagio socio-economico spaventoso all’interno,  la politica si riprenda il potere e l’onore perso in quest’anno e ricostruisca il Paese seguendo logiche eque ragionando in termini sociali e umani. 

lunedì 26 novembre 2012

Speciale Primarie


Ieri giornata di grande partecipazione politica alle primarie del Centrosinistra...
Al primo turno delle primarie del Centrosinistra hanno votato 3.110.210 elettori; i candidati rimasti in competizione per il seconddo turno sono:
Pier Luigi Bersani con il 44,9%, Voti: 1.395.096 e Matteo Renzi con il 35,5% Voti: 1.104.958.


Candidati che non hanno passato il primo turno:
Nichi Vendola con il 15,6% Voti 485.689
Laura Puppato con il 2,6% Voti: 80.628
Bruno Tabacci con l' 1,4% Voti: 43.840

La grande affluenza ai seggi è stata la caratteristica di queste primarie determinate anche da un fairplay rigoroso seppurr qualche discussione è stata presente. A proposito di questo si può osservare il numero di voti ottenuti da Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, i due candidati passati al secondo turno, in relazione al numero sostanzioso di programmi tv a cui hanno partecipato.. Vendola ha conquistato un risultato prevedibile tenendo conto della sua campagna elettorale.
Laura Puppato, che ha proceduto con una campagna ancora più lontana dai salotti televisivi ha avuto comunque il suo piccolo elettorato
Bruno Tabacci, che è sstato nascosto a lungo dietro le quinte dei media, ha avuto un risultato proporzionale alla sua visibilità

La sfida che tanto è stata raccontata dai giornali, dalle televisioni, dalle radio si concretizzerà Domenica 2 Dicembre ai seggi. A Bersani ed al "rottamatore" Renzi attenderanno giorni di fuoco alla caccia di elettori che possano determinare la vittoria di uno dei due.

Con lo speciale Primarie vi dò appuntamento Domenica e Lunedì prossimo per scoprire chi sarà il nuovo candidato premier del Centrosinistra….
 

giovedì 8 novembre 2012

sabato 13 ottobre 2012

Lettera di un giovane insegnante di sostegno precario indirizzata al Ministro dell'Istruzione Pubblica Francesco Profumo


Giovanni Giuseppe Nicosia, un giovane insegnante di sostegno precario, scrivve una lettera al Ministro dell'Istruzione Pubblica Francesco Profumo.

Bologna 12/10/2012
 Eccellenza,
al momento della Sua nomina a Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca molti insegnanti e molti lavoratori della Scuola hanno pensato che fosse finalmente giunta ad una così alta ed importante carica una persona competente. Un professore universitario, membro di un Governo tecnico, cioè sciolto da ogni interesse politico e libero di perseguire solo l'efficienza ed il bene della Scuola, pensavamo, la risolleverà dalla situazione penosa in cui i predecessori l'hanno cacciata. E invece fin dalle Sue prime dichiarazioni e provvedimenti abbiamo capito che le nostre speranze sono destinate all'ennesima frustrazione e che il sistema della Scuola è in grave pericolo.
Rischia di morire, ucciso dall'incompetenza e dall'ignoranza di chi dovrebbe saperlo gestire. Sostegno ai disabili Una delle Sue prime dichiarazioni ha riguardato il Sostegno e l'inclusione dei disabili, peculiarità italiana che gli studiosi di molti Paesi stanno cercando di adattare alle loro situazioni specifiche.

Lei ha dichiarato che gli Insegnanti di sostegno non sarebbero necessari perché ci sono sempre Insegnanti più sensibili che si occupano anche di chi è in difficoltà, che quindi non sarebbe abbandonato.
Ma Lei lo sa che cosa fanno questi Insegnanti tutte le mattine a Scuola? Lo sa quanto hanno dovuto prepararsi, quanto è complicato il loro lavoro, che contatti debbono tenere con famiglie, personale sanitario, Comuni, Centri di Formazione e molti altri enti? Lo sa che cosa debbono ogni giorno inventare per superare difficoltà che spesso provengono proprio dalle carenze del Suo ministero? Lo sa che, nonostante ogni tanto prendano morsi o lividi, è spesso l'attaccamento ai loro studenti, la loro volontà ostinata, il fatto talora che non si tirino indietro ad asciugare una bocca sbavata o pulire un sedere (spesso chi è preposto a queste funzioni è occupatissimo in altre) che permette alla Scuola di funzionare? No, da quanto dice sembra proprio che non lo sappia. Concorso Poi, benché ci siano graduatorie lunghissime piene di insegnanti abilitati che lavorano nella scuola da tantissimo tempo in modo precario, ha bandito un concorso a cattedre cui i giovani non potranno partecipare, dato che non ci sono giovani che soddisfano i requisiti per essere ammessi, già abilitati o laureati prima del 2001.
Si tratterà solo di un rimescolo tra gli stessi precari che sono in graduatoria da anni. Il denaro che così si sprecherà poteva essere risparmiato assumendo direttamente gli insegnanti in graduatoria, i soli che, in fin dei conti, parteciperanno. E poteva essere usato per pagare i debiti che il Ministero ha con le Scuole e le altre strutture periferiche. Non lo sa quanto ci dovete? Non sa che i Presidi e le Segreterie fanno i salti mortali per pagare i supplenti perché i soldi non arrivano o arrivano con tempi inammissibili in ogni altro settore produttivo? Anche qui da quanto asserisce pare che non lo sappia.

 Insegnamento della Religione Cattolica
Un'altra Sua dichiarazione aveva un'apparenza progressista: di fronte ad una composizione sempre più multiculturale delle classi delle scuole italiane sembra a molti un anacronismo che venga insegnata la Religione Cattolica.
C'è chi da tempo è andato anche più lontano, ritenendo che tale insegnamento sia addirittura un offensivo retaggio del passato. Peccato però che per rivedere questa situazione sarebbe necessario ridiscutere i Patti Lateranensi, quei trattati con cui venne dolorosamente ricomposta una delle più grandi fratture della storia del nostro Paese, cioè quella tra lo Stato e la Chiesa. L'insegnamento della Religione Cattolica fu uno dei punti di discussione più spinosi anche quando i Padri Costituenti dettero forma al nostro Paese.
 Accettandolo in quella occasione i Comunisti sbloccarono i lavori di redazione della Carta Fondamentale che sembravano essersi arenati. Ma Lei queste cose non le ha studiate al liceo? Agli esami di maturità chi non si ricorda la questione dei Patti Lateranensi lo bocciamo. Certamente si tratta di un aspetto discutibile del nostro ordinamento scolastico, ma per metterlo seriamente in discussione sarebbe necessario un dibattito politico e culturale di larga scala, che coinvolgesse anche poteri istituzionali decisamente maggiori del Suo.

Gli insegnanti di matematica delle scuole medie Ha infine dichiarato che la vera debolezza del nostro sistema scolastico sarebbe rappresentata dalle scuole medie a causa delle pessime modalità di reclutamento degli insegnanti di matematica e scienze che vi insegnano, laureati in tantissime diverse materie.
Che il segmento scolastico con le maggiori difficoltà sia quello delle scuole secondarie di primo grado è senza dubbio vero, ma mettere in relazione questa evidenza con le modalità di selezione degli insegnanti è decisamente grottesco. Quale sarebbe, secondo Lei, un corso di laurea tale da poter fornire una preparazione tanto vasta necessaria ad insegnare materie ed argomenti così diversificati? Chi può dirsi competente in Matematica, Scienze Naturali, Chimica, Fisica, Biologia, e in tutte quelle altre discipline che si debbono insegnare in quella fascia d'età nelle ore di Matematica e Scienze?

Negli ultimi venti anni l'accesso alla professione di insegnante è stato regolato da una ridda di norme mutevoli ed inoltre il precariato falsa tutto il senso della nostra professione. Inoltre i salari degli insegnanti e la loro condizione sociale per molto tempo sono stati tali da renderla poco appetibile di per sé e da farne un ripiego per quanti non riuscivano ad inserirsi in contesti più redditizi e prestigiosi. Se da ultimo qualche cosa è cambiato è solo per causa della crisi economica e dell'aggravarsi della deindustrializzazione. Quale motivazione possiamo avere nel nostro lavoro?
Ma Lei, che queste cose sembra ignorarle, dove ha vissuto negli ultimi venti anni?
Il bastone e la carota La Sua ultima dichiarazione sulla necessità della popolazione italiana di “allenarsi” e sull'opportunità di usare “il bastone e la carota, ma soprattutto il bastone” ricorda troppo nettamente il nostro passato dittatoriale. Altri ministri avevano l'abitudine di ricorrere ad immagini metaforiche legate alla competizione ed all'atletica, altri ministri hanno parlato di bastone e di carote, ma erano gli incivili servi di un regime che faceva dell'oppressione, dell'esclusione sociale e della guerra la sua regione di esistere.

La democrazia ha sconfitto quel sistema. Ma il suo fondamento è l'educazione alla partecipazione, alla discussione ed alla cultura in generale. Ogni cittadino è prezioso per il nostro Paese e lo Stato deve assicurargli le risorse materiali e culturali per contribuire alla vita civile. Non c'è spazio nel nostro Paese per bastoni e carote perché vogliamo essere cittadini democratici e responsabili. Non ci sono nella Costituzione. Su questo Le faremo la più inflessibile resistenza, perché non siamo disposti a rinunciare al bene più prezioso che la Resistenza ci ha dato: l'amore per la libertà. Bastone e carota  le lasci alle bestie, caro Ministro!

Sapremo beffare ogni bastone, rifiutare ogni carota, rovesciare ogni dittatura come abbiamo già fatto, perché siamo cittadini e non sudditi! Lo abbiamo già fatto, come Lei dovrebbe sapere, e lo rifaremo se sarà necessario. Insegneremo ai nostri studenti ad essere cittadini, a partecipare e ad esercitare il loro diritto di critica, nonostante tutte le difficoltà che i nemici della democrazia, ovunque siano, cercheranno di creare. Questa cosa del bastone e della carota proprio non doveva dirla. É indegna di un ministro di un Paese democratico quale vorrei ancora credere sia l'Italia. È indegna della cultura che ha dato origine a tanta civiltà e tanta bellezza.

Chieda scusa ai cittadini. Rimedi alla figura indegna che ha fatto. Altre Sue dichiarazioni sulla modernizzazione dei sistemi di insegnamento e di gestione, sui tablet, e su mille altre cose, che sarebbero anche condivisibili in altra situazione, sembrano del tutto inadeguate alle condizioni effettive in cui versa la nostra scuola Eppure Lei dispone di una schiera di tecnici (di veri tecnici) estremamente competenti che hanno studiato la società italiana e la sua scuola in quasi ogni suo aspetto, redigendo studi e statistiche e pubblicandone esaurienti rapporti. Sia nelle sedi più periferiche, sia anche vicinissimo a Lei ci sono fonti di informazione formidabili. Questi esperti sono i Suoi esperti. Lavorano da anni raccogliendo anche le segnalazioni dei docenti, degli studenti e delle famiglie. Se spesso la loro competenza è stata trascurata da molti dei Suoi predecessori, adesso è ora che venga sfruttata e valorizzata come merita.

Infine la più grande speranza che nutrivamo era che sbrogliasse la complicata situazione dei precari, insegnanti spesso qualificatissimi, con anni di esperienza, che sono costretti a lavorare per periodi brevi cambiando spesso sede. Ma per noi “sede” significa soprattutto “classe”, “studenti e genitori”, “persone”, in una professione in cui il rapporto sociale costruito è tutto.
Quest'anno non ci pagherete nemmeno le ferie non godute e non ci permetterete di prenderle, cioè in fin dei conti ci priverete di un diritto consolidato per tutti i lavoratori, ci infliggerete un'ingiustizia palese. Ma non Vi rendete conto del male che fate alla società umiliando la nostra categoria? Demotivati e privati dei mezzi per lavorare bene svolgeremo sempre peggio la nostra funzione importantissima. Eppure noi siamo necessari, siamo molto più necessari di Lei, che presto passerà a fare qualcos'altro e sarà dimenticato.

Ci pensi durante le Sue ferie, mentre mangerà ostriche in qualche luogo incantevole, che nella vita di molti e molti studenti e ciascuno di noi, umili insegnanti precari senza ferie né salario per due mesi l'anno, sarà molto più importante di Lei.
L'insegnante di sostegno precario Giovanni Giuseppe Nicosia
E quanti altri vorranno sottoscrivere questa lettera.

martedì 9 ottobre 2012

L'Italia alla vigilia dell'anno elettorale


Si è aperta una stagione molto calda, è alle porte l’anno delle elezioni politiche, i partiti sono nel pieno della loro crisi e si sta allargando sempre più la voragine di sfiducia da parte degli elettori.
Sono molte le questioni da discutere, dalla crisi politica alle primarie del PD, dall’argomento propagandistico e demagogico del rinnovo generazionale in politica alla candidatura di Matteo Renzi alle elezioni per scegliere l’aspirante premier all’interno del PD, dal mistero di Silvio Berlusconi alle visioni del Presidente Monti a proposito della fine della crisi economica, dai deliri dei ministri tecnici agli episodi di scarsa democrazia. Insomma gli argomenti da trattare sono molti e di un’importanza indiscutibile per il futuro del Paese.

Iniziamo dalle famose primarie del PD che stanno scombussolando la scena politica. Uno dei molti candidati alle elezioni dell’aspirante premier all’interno del PD, e forse della coalizione indefinita di centrosinistra, è Matteo Renzi, principale sfidante di Pierluigi Bersani, anche conosciuto come il sindaco di Firenze e come il “Rottamatore”. E’ proprio con questo appellativo che ha iniziato la sua campagna elettorale riscuotendo molto successo; la presentazione di Renzi si accompagna spesso e volentieri con l’affermazione e lo slogan sullo spazio ai giovani in politica.
Renzi risponde a quella fetta di elettori alla ricerca del rinnovo generazionale in politica. Ma, siamo veramente sicuri che vogliamo affrontare lo stesso pericolo della città di Parma con il giovane sindaco Pizzarotti? Non è la stessa cosa per Renzi in quanto ricopre da tempo un ruolo importante, tuttavia questo rispettabilissimo sentimento generale del “politico giovane” va chiarito.  Va specificata la richiesta: si vogliono giovani qualsiasi o si valuta anche l’offerta politica che possono offrire alla società?
A questa richiesta generale è presumibile che abbiano contribuito alcuni episodi che hanno condotto l’elettore a scartare gli esperti e a voler tentare con i giovani. Si sta inoltre producendo un vero e proprio stereotipo terribile nei confronti del “politico”, un disagio terrificante per chi svolge il proprio ruolo con dedizione e un vero problema alla vigilia di un anno elettorale.

La frase che molto spesso si sente dal Presidente del Consiglio Mario Monti non ha fondamenti solidissimi: il professore sostiene di vedere la fine di questa crisi economica. Non si sa su che basi lo possa affermare, forse dal calo dello spread o da fonti europee; tuttavia il quadro sociale, le condizioni di vita degli esseri umani che lavorano, che vanno a scuola, non sono rosee, anzi, da questi fattori si osserva una situazione comatosa.  Ricordo, e non smetterò mai di ripeterlo, che è necessario osservare la condizione dei cittadini per percepire lo stato di evoluzione della crisi, lo spread è un dato prodotto da una differenza, che sicuramente non ha la stessa importanza delle vite delle persone che trascorrono il proprio presente, vivranno il loro futuro, educheranno i loro figli e li dovranno mantenere. Lo spread sarà sicuramente un metro di valutazione ma non è l’unico, non è il solo strumento per valutare la situazione.

Intanto, in questo bel quadro pacifico, i ministri tecnici stanno dando sfoggio alle proprie velleità artistiche producendo decreti come computer; l’unico piccolo problema è che questi decreti, o non apportano alcun cambiamento, o producono delle catastrofi all’interno della società. Il ministro Balduzzi ha composto un disegno di legge contro le dipendenze da gioco d’azzardo e dal fumo: le proposte contenute dalla legge non operano una vera lotta alle dipendenze sopracitate.  La legge prevede una tassa sulle bibite gassate; l’allontanamento di giochi d’azzardo, lotto, video poker di almeno 200 metri da scuole, centri anziani e parrocchie; multa da 1000 Euro per le tabaccherie che vendono sigarette a minori di diciotto anni.

Tutti questi provvedimenti non creano le condizioni per le quali venga repressa l’esigenza di fare questo tipo di azioni; la persona dipendente dal gioco d’azzardo non viene fermata dai duecento metri di distanza per raggiungere l’oggetto da lei desiderato, forse la può indurre a non essere tentata, ma non credo che questo possa far cessare la condizione di dipendenza.  Se anziché emanare questo tipo di provvedimenti, assolutamente inutili, il Governo incentivasse le politiche di Welfare si arriverebbe, probabilmente, allo scopo che il Ministro Balduzzi pensa di raggiungere con questo decreto. Però su questo è doveroso attuare anche un altro tipo di ragionamento: Il modo migliore per ridurre, ed eliminare, i casi sociali prodotti da questo sarebbe l’abolizione di tutti i giochi d’azzardo e di tutte le macchinette elettroniche legalizzate dallo Stato su tutto il territorio nazionale. Tuttavia questo è impraticabile in quanto l’introito proveniente dai giochi sopracitati è altissimo per le casse dello Stato e per questo viene impedita una soluzione radicale che potrebbe giovare al sistema sociale.

Un decreto terrificante è invece quello redatto dalla Ministra Fornero che modifica radicalmente il mondo del lavoro.
Il decreto ha messo in subbuglio il mercato del lavoro e soprattutto le persone che ne fanno parte. La clamorosa modifica all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori crea la condizione per i licenziamenti più semplici, per i  licenziamenti per questioni razziali o per questioni analoghe eliminando il reintegro immediato del lavoratore radiato ingiustamente. La riforma consente bensì di licenziare solo per motivi economici; ciò crea un pericolo mostruoso per i lavoratori in quanto offre, agli imprenditori senza scrupoli, un pretesto sempre valido per espellere dipendenti dal loro posto di lavoro.
Permettetemi di effettuare una riflessione su questo per precisare una questione che si trova al di là della semplice ideologia: si inserisce l’articolo 18 fra i valori della sinistra; ma non è solo questo. In Italia ci sono state aggressioni razziali, in Italia non si è ancora compreso che l’omosessualità non è un difetto, non si è ancora compreso che le persone possono avere usanze, gusti, lingue diverse. Finche non si capirà questo, fino a quando sarà presente una cultura razzista l’articolo 18 sarà fondamentale nella salvaguardia dei posti di lavoro.
Su questo si evidenzia una battaglia forte e decisa dei partiti della Sinistra, in particolare del Partito dei Comunisti Italiani, del Partito della Rifondazione Comunista, dell’Italia dei Valori, di Sel, dei Verdi, della Fiom e della Cgil che inizieranno fra poco la raccolta firme per indire un referendum per abrogare la riforma dell’articolo 18, dello statuto dei lavoratori, e l’articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi il quale deroga le imprese dai contratti nazionali.

Giungiamo ora all’ultimo punto di questa lunga carrellata che riprende la situazione sociale e politica per sommi capi: il mistero di Silvio Berlusconi.
L’ex premier non ha ancora sciolto la riserva sulla possibilità del suo ritorno alla guida del PDL alle elezioni politiche del 2013. Questa suspance tiene sui bracieri ardenti Alfano, il segretario del PDL, che non sa se sarà lui il candidato premier o il padrone Berlusconi. Su questo preferirei lasciare a voi il commento, si potrebbero approcciare molte teorie ma si rischierebbe di finire su un terreno demagogico.

In conclusione è piacevole ricordare che esiste o meglio, dovrebbe esistere, un’ideologia che svolga il ruolo di collante all’interno dei partiti; un’ideologia che si trasmetta fra i tanti cittadini che si affacceranno sul mondo politico; un’ideologia che dia ancora significato al voto di appartenenza; un’ideologia indiscussa, sacra, inviolabile, inconvertibile; un’ideologia che non produca trasformismi stravaganti; un’ideologia per ogni partito che trasmetta la passione per la società e per la “cosa pubblica”.

venerdì 13 luglio 2012

Monti? La rovina dell'Italia

Mario Monti
Commentare la situazione politica italiana dell’ultimo periodo sta diventando alquanto complicato: il governo tecnico rompe invece di riparare, i partiti non si vogliono assumere la responsabilità di sfiduciare il “super tecnico” Mario Monti, si stanno cercando alleanze imbarazzanti, la RAI non è riuscita ancora a migliorare la propria condotta culturale e mediatica e la cultura all’interno del Paese è a livelli inaccettabili. Procediamo per gradi e tentiamo di analizzare il quadro politico sopracitato. Sembrava l’unico tecnico in grado di attuare delle politiche innovative al fine di far allontanare l’Italia dal “Burrone”. Il Governo del “super tecnico” sta portando il Paese verso condizioni sociali ed economiche che destano dubbi sulla sua utilità.

In tutto questo il Parlamento continua a porre la fiducia sull’operato del Governo costruendo alleanze al di là del reale: il Pd sta perennemente accondiscendendo alle scelte dei ministri tecnici pur non condividendole, il PDL appoggia Monti senza condividerne alcuni provvedimenti, l’UDC sta dando la sua approvazione senza esitazioni. All’opposizione invece si trovano: la Lega Nord che sta continuando a non porre la fiducia motivando questa scelta con discorsi deliranti, l’IDV che si sta opponendo al Governo Monti perché non ne approva la condotta politica e morale e Sel che, come l’Italia dei Valori, non ne condivide la condotta. All’opposizione è schierata anche la Federazione della Sinistra che, come Sel e IDV, non sta condividendo la condotta dei tecnici e delle banche che sta ammazzando la società con in testa le fasce più deboli. Con attività forti e convinte la FDS sta cercando di formulare un’alternativa al Governo Monti per evitare lo sfascio sociale totale. 

Il Governo Monti, da quando è entrato a Palazzo Chigi, ha trattato in dose massiccia la questione economica; tuttavia è bene ricordare che la gestione di uno stato non riguarda solamente l’economia, ma anche altre materie che devono fornire ai cittadini condizioni che garantiscano una vita serena e tranquilla. 
Diventa sempre più giustificata l’impressione che, i fantomatici tecnici al governo, si siano dimenticati di avere in mano le vite di altre persone in carne ed ossa. I numeri sono inevitabilmente importanti tuttavia non ci si può basare solo su dati avendo per le mani vite umane. Un esempio di questo può essere la famosa riforma del mercato del lavoro: una riforma prodotta basandosi su dati numerici e non tenendo in considerazione gli effetti terribili che ha provocato sulla pelle dei lavoratori. Non si sta giocando a Monopoli, si stanno stabilendo leggi che andranno a cambiare la vita delle persone e non delle pedine sulle caselle. 

A tutto questo ci sarebbe una soluzione: la sfiducia da parte del Parlamento. Si ha l’impressione, e non lo possiamo provare scientificamente, che in entrambe le camere siano presenti dinamiche che non permettano la normale espressione dei politici sulle proposte del Governo. Monti ha posto il voto di fiducia su quasi tutti i provvedimenti entrati in parlamento. Sono stati richiesti 29 voti di fiducia. E’ abbastanza preoccupante che i partiti politici presenti in Parlamento non si vogliano assumere la responsabilità di sfiduciare il Governo col quale condividono solo le macchine blu. Politici pagati per rappresentare il popolo nel vaglio delle leggi votano a forza i provvedimenti pur di non sfiduciare Monti; questo è assurdo, è appropriato per una trama di un film, ma non per la realtà in cui è necessario avere un controllo vigile e severo su questo tipo di governo visti gli avvenimenti storici italiani. 

Alcuni politici in alcune trasmissioni televisive di approfondimento hanno dichiarato di essere intenzionati a votare la fiducia malgrado non condividessero il contenuto dei provvedimenti; è tremendo questo: significa che manca il coraggio di assumere il comando cacciando un governo, non politico, che sta provocando solo una strage sociale devastante.

La spending review: il pacchetto di leggi che prevedono tagli alla spesa pubblica, che sembravano azioni ad alta tecnicità contiene, fra le altre cose, tagli alla sanità e alla scuola. Ma servivano davvero i tecnici per questo? Il governo Berlusconi ha apportato gli stessi tagli scatenando, giustamente, rabbia in Parlamento. Ora, che si fa? Si sta zitti solo perché sono proposte del professore della Bocconi? E’ uno schiaffo in faccia a chi ha lottato contro i tagli progettati dalla signora Gelmini e dal signor Brunetta. Attuare tagli pesanti alla sanità significa mettere a rischio il sistema di welfare state, portare il tutto verso un modello di stato sociale di tipo liberale in cui il privato spazzerà via il pubblico. Questo potrebbe dare vita ad un meccanismo di assicurazioni e dinamiche integrative assomiglianti a quelle eliminate dalla gloriosa riforma del Presidente degli Stati Uniti.

In questo contesto i partiti politici si stanno preparando per le elezioni politiche 2013 cercando alleanze a destra e a sinistra. Questa ricerca è l’assassinio delle ideologie di partito: il Pd è interessato ad un’alleanza con l’UDC. Questi due partiti hanno ben poco in comune: il Pd, per esempio, vorrebbe allargare il diritto di matrimonio alle coppie omosessuali, l’UDC è attaccata ai dogmi cristiani e non credo che sia d’accordo con Bersani.
Nichi Vendola è più realista: non ha interesse ad un’alleanza con Casini bensì con Antonio Di Pietro dell’IDV per mantenere vivo un centrosinistra, e per quanto riguarda il PD, non ne vuole sapere se rientra anche l’UDC.

Lasciamo per un attimo il nucleo della politica italiana per trattare un altro argomento che, comunque, le è collegato: la RAI, la nostra bella televisione pubblica. 
Quando si parla di questo argomento si finisce per affermare quasi sempre la stessa teoria, rischiando di entrare in un terreno demagogico: l’uscita dei partiti politici dalla governance dell’azienda pubblica. Se ci si riflette questa soluzione non è molto demagogica; la Rai è una televisione pubblica e, in virtù di questo, non dovrebbe essere influenzata da nessuna parte politica. 
Si ricorderà facilmente la mala informazione prodotta dalla RAI rispetto al terremoto de L’Aquila; su questi fatti la televisione pubblica ha tenuto un pessimo comportamento, tutto confermato dalla ex giornalista del Tg1 Maria Luisa Busi nel suo libro Brutte Notizie. Infatti la giornalista afferma che l’informazione sul terremoto abruzzese è stata fortemente pilotata dal governo Berlusconi per trarne benefici elettorali. I partiti politici non dovrebbero entrare in Rai per garantire un’informazione libera e escludere la censura, che tutt’oggi è utilizzata; questa non è demagogia, è una soluzione per porre fine allo scandalo della televisione pubblica italiana. 

La cultura del Paese è a livelli clamorosamente bassi: si dimenticano argomenti importanti, lo spread ci riempie le giornate, ma si stanno dimenticando problemi culturali. Per esempio il fatto che l’Italia non abbia ancora preso una decisione sulla legge riguardante la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri; sembrava che i due gol di Balotelli agli europei di calcio avessero contribuito ad accendere la discussione, ma l’oscillamento dei mercati è ritornato al centro dell’attenzione. Non ci si può concentrare solo sui numeri, solo sui mercati; ci sono anche dei nodi interni che meritano attenzione. L’Europa ha mandato l’ennesima notifica riguardo il razzismo in Italia, il Governo Monti ha risposto con la riforma del mercato del lavoro. 

 La situazione politica e culturale italiana è al quanto discutibile, si è presa una decisione politica che suscita molti dubbi; si è evitato il voto, che sembrava la condanna a morte dell’Italia, ma si è posta la fiducia in un esecutivo che sta peggiorando le condizioni sociali e, come se non bastasse, sta mettendo a rischio la democrazia del Paese dimostrandosi incapace di governare facendo azioni prepotenti che non hanno niente in comune con il sistema italiano e, invece di migliorarne gli effetti, li sta solo rendendo antagonisti al tessuto sociale.

giovedì 3 maggio 2012

I tecnici, mondo innaturale

Nell’aria si sente puzza di innaturale, siamo come pesci fuori dalla nostra boccia di vetro. Da cinque mesi stiamo visitando il mondo dei tecnici: una soluzione che ci deve far paura e deve far ricordare un fatto storico micidiale del secolo scorso. Nel 1922 il re, che non vedeva altra soluzione, consegnò a Mussolini l’Italia per ristabilire l’ordine nel paese. Ora, nessuno vuole insinuare che Monti voglia instaurare un regime totalitario, ma la dinamica è molto simile fatta qualche eccezione. La legittimità del Governo Monti è regolamentare: gli è stata attribuita la fiducia da entrambi le camere; fatto sta che al di fuori del Parlamento nessuno si è espresso a favore, o a sfavore, della scelta intrapresa da Napolitano. All’interno del parlamento si è formato un disegno a dir poco ridicolo: alcuni partiti hanno stretto alleanze fantastiche, appartenenti al mondo delle fiabe. L’ideologia, una volta si diceva, fosse l’insieme di valori non negoziabili su cui si fondavano i partiti che la dovrebbero difendere col sangue. Tenendo conto di questa definizione trattiamo il tema A B C, l’oscenità più tremenda esistente in Italia: Alfano, Bersani e Casini si sono alleati a sostegno di Monti. Tutto è possibile, se gli attivisti dei rispettivi partiti sono d’accordo, si possono anche coalizzare alle prossime elezioni, ma non riesco a visualizzare il minimo comune denominatore fra questi tre politici con ideali molto diversi. Questa situazione è scatenata anche dal mancato rinnovo delle camere rimaste alla composizione stabilita dalle elezioni scorse. Non è accettabile mantenere la stessa configurazione dei seggi di una legislatura fallita, ma a quanto pare “Il burrone” era troppo vicino da permettere l’adempimento ai doveri democratici del paese. Ci dobbiamo preoccupare, dobbiamo ribellarci alla crisi della politica, un altro spaventoso argomento che negli ultimi giorni sta aizzando i peggior demagoghi del paese. Beppe Grillo sta portando avanti campagne poco risolutive, che non aggiungono niente al panorama italiano, anzi hanno l’effetto della benzina accanto ad un cerino. E’ molto difficile definire come politica le arringhe di Grillo, piuttosto le definirei come lo sfogo di una sfera di elettori; l’importante è che dopo lo sfogo si ripristini una situazione in cui si torni a svolgere l’attività politica con ordine e passione. Il quadro dei partiti politici italiani stilato, nel mese di Aprile, dall’istituto di ricerca Demopolis propone una scena abbastanza differente dalle elezioni del 2008; infatti dalla ricerca risulta che il partito “Capitano” sia il Pd con il 26% distaccando il PDL con il 23%. Da questa panoramica si può dedurre che, in caso di elezioni, il Partito Democratico sarebbe il possibile vincitore; mentre alcuni partiti hanno subito un calo: per esempio la Lega Nord, travolta dal caso Belsito crolla al 7% rispetto al 10% di qualche mese fa. Sempre dalla ricerca dell’istituto Demopolis risulta che il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo sale al 7% cominciando ad acquistare una popolarità che fa preoccupare gli altri partiti. Oltre questi partiti da un po’ di tempo ne esiste un altro che deve destare molta preoccupazione, non solo ai politici di professione: l’astensionismo. Questo nuovo movimento sta prendendo piede fra la popolazione; dimostrato dall’ultimo sondaggio dell’istituto Demopolis che riscontra il 30% di astensionismo. Un dato che, in questa fase antidemocratica, non aiuta, il 30% degli elettori non andrebbe a votare, significa che c’è sfiducia nella politica: unico modo di governare un paese, unico tecnico che può entrare al governo. Non ci si deve adattare al mondo dei tecnici perché è innaturale, il mondo esterno alla nostra boccia di vetro non ci fa respirare; per vivere è necessaria l’acqua, per governare un paese è necessaria la politica.

venerdì 10 febbraio 2012

Quel giorno a Roma

Questa poesia è un racconto, è la cronaca di quello che è successo a Roma a Novembre. Purtroppo, secondo me, siamo caduti in una situazione che infossa il valore su cui si basa lo stato italiano.
Quel giorno a roma è successo questo:

Quel giorno, cominciò bene,
quel giorno a Roma si respirava un’aria diversa: un’aria di liberazione Quel giorno a Roma…
Quel giorno giornalisti televisivi e radiofonici aspettavano di dare la notizia, o di non darla.

A Roma quel giorno…
A Roma quel giorno c’era un’aria strana
Un’aria insolita, un’aria di cambiamento
Quel giorno a Roma tutti in piazza aspettando
Quel giorno si stava preparando la penna più bella per segnare la futura scheda
Quel giorno nella Capitale:
quel giorno si respirava un’aria rossa.

Quella sera, ignari di tutto,
ci si recava al Quirinale per assistere,
per vederlo andare via,
per dirgli l’ultima parolaccia,
inconsapevoli del dietro le quinte del Palazzo.

Si sperava
Si sognava di vedere la scheda sotto gli occhi e di cambiare la sorte
Si sperava anche in un partito
Ognuno si preparava, si metteva in bella vista la tessera elettorale
E si sperava di sentire pronunciare quella parola: “Elezioni”.

Quel giorno a Roma si attendeva
A Roma quel giorno
A Roma quel giorno….
A Roma quel giorno si stava vestendo l’antidemocrazia
Nera, con quel vestito nero
Quella puzza stantia,
era l’antidemocrazia che arrivava piano piano in silenzio.

Tre giorni dopo a Roma
A Roma tre giorni dopo
Arrivò Arrivò come l’unica soluzione
Arrivò nera e scura come non si aspettava mai:
arrivò, nera, col suo vestito scuro.

Arrivò, arrivò
Una delle peggiori malattie Una delle peggiori già viste
Arrivò, arrivò,
giorni scuri per il paese,
sotto il mantello non si intravede la luce,
la luce…
la luce…
della fine dell’antidemocrazia.

mercoledì 18 gennaio 2012

Il nuovo anno

A quanto pare la festa che abbiamo celebrato l’anno scorso ha portato fortuna, abbiamo trascorso anche il 2011 portando il blog su temi di attualità, politici, sociali eccetera. Lo scorso maggio abbiamo avuto un periodo intenso seguendo le elezioni amministrative a Milano annunciando il grande successo di Giuliano Pisapia che ha spodestato l’amministrazione della Lega Nord che, fino a quel momento, è stato il partito principe di Milano. A Giugno ci siamo fatti promotori del referendum, che adesso si è rivelato inutile, ma che è stato un grande successo per il suo risultato. Insomma, quest’anno ha portato una nuova trasformazione del blog, diventando un punto di cronaca e commento politico sugli avvenimenti che accadono in Italia. Tutto sommato vorrei continuare su questa linea mantenendo il confronto sui temi che vengono proposti; l’unica novità è il gruppo pubblico Facebook “Il Blog di Federico Feliziani in Diretta” dove è possibile ricevere le notizie che, per ragioni tempistiche, non possono essere pubblicate sul blog. Inoltre è possibile trovare discussioni, approfondimenti e molte altre curiosità. In conclusione ricordo che chi non si fosse ancora iscritto alla newsletter del blog, lo può fare scrivendo una mail all’indirizzo “Vuoi contattarmi”, che si trova nella colonna sinistra della pagina web, con nome, cognome e e-mail. Segnalo infine che tutti questi dati personali saranno conservati in un account Gmail e saranno utilizzati esclusivamente per avvisi, notifiche, segnalazioni riguardanti le attività del blog. Augurandovi un buon 2012 auspico che porti altre attività interessanti per continuare ad essere presenti agli eventi che interessano la collettività.

domenica 15 gennaio 2012

Giù le mani dall'acqua pubblica

Il Governo Monti sta ripresentando il problema dell'acqua pubblica per il qualle gli italiani si sono già espressi il Giugno scorso. Per impedire il provvedimento e per tutelare il nostro diritto di voto, se volete, potete firmare l'appello per l'acqua pubblica dal link qui sotto. "Dire acqua, in questo momento politico, è come dire Democrazia."
Appello per l'acqua pubblica

martedì 10 gennaio 2012

Dov'è finita la Democrazia?

Il Presidente del Consiglio Mario Monti
Il 12 Novembre scorso è accaduto un fatto che richiede un’analisi molto approfondita ed un commento altrettanto pesante: Silvio Berlusconi ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo fatto ha smosso un fervore molto forte nei cittadini tant’è che quella sera al Colle è arrivata una manifestazione, molto emozionante, da parte di persone stanche del governo uscente. Il 15 Novembre 2011 Giorgio Napolitano ha affidato il Governo a Mario Monti, economista, che dopo un brevissimo periodo di stallo, è partito con il suo “Governo tecnico”. Non mettendo in dubbio l’operato fondamentale del Capo dello Stato sorge una domanda che proporrebbe anche un bambino uscito dall’ora di educazione civica: “Dov’è finita la Democrazia?”; se questa domanda fosse fatta da un bambino in questo momento, sarebbe giudicata pertinente. Ora mi sorgono diversi dubbi: Com’è mai che non si sente chiedere che fine ha fatto la Democrazia? Com’è mai che abbiamo avuto un picco di fiducia nel nuovo Governo solo perché il Presidente del Consiglio, nella prima intervista, non ha sparato una battuta comica autoreferenziale? Perché non abbiamo esitato ad accettare un governo tecnico senza prima verificare a cosa portasse questa situazione? Forse perché Monti ci ricorda l’anziano innocente sulla panchina che legge il giornale. Se si riflette su questa situazione ci si accorge che la Democrazia sta sprofondando in un baratro profondissimo, da cui è difficile riprendere la normale ciclo, non possiamo sapere se andando verso il 2013 al popolo italiano, già sfiduciato dalla politica, non venga in mente che si possa vivere anche così, che si possa vivere anche senza politica; un idea folle, ricordo che senza politica si cade, crolla il principio democratico su cui la nostra Costituzione è fondata. Sarebbe stato diverso se si fosse presa la decisione di formare un governo tecnico periodico in modo da tamponare il periodo di preparazione elettorale e successivamente si fosse riacquistato il normale ciclo democratico. Così non è stato, si è preferito stravolgere il Parlamento senza coinvolgere i cittadini scompaginando la configurazione dei partiti, facendo diventare maggioranza virtuale un connubio di partiti che in comune non hanno neanche la schiera dei seggi. Questa decisione sarebbe accettata in miglior modo se non si avesse l’impressione che, con le nuove tassazioni, si stiano finanziando le banche, la BCE, la Banca d’Italia, l’Unicredit eccetera; non si possono presentare nuove tassazioni agli Italiani senza rivoluzionare il controllo dell’evasione, senza controllare il leader dell’evasione fiscale che è stato servito già scoperto: Berlusconi, il mago prestigiatore dell’evasione; non si può non controllare se si vuole fare una bella lotta all’evasione, Marchionne, un imprenditore che si deve controllare o Montezemolo anche, e via così, ispezionando tutti i grandi imprenditori. Se si ha un debito pubblico più grande della cassa dello Stato, si deve tassare anche chi ha goduto di benefici fino ad ora: la Chiesa ad esempio, perché non viene tassata? Si crea un governo e si inserisce della gente con un conflitto d’interessi spaventoso, perché non si sceglie un vero tecnico? Perchè si scelgono ministri “Tecnici” che hanno a che fare col regno cattolico? Per salvare l’Italia si deve voler il contributo anche di chi è sempre riuscito ad evadere giocando carte da lontano. L’articolo 11 della Costituzione italiana recita: << L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.>> Partendo da questo articolo, il fatto che vi sto per raccontare vi sembrerà uno scherzo: ebbene sono pronti i 131 caccia bombardieri che l’Italia ha ordinato gli anni scorsi. Questi graziosi inutili aerei costeranno al paese 14 miliardi di euro. Non ci dobbiamo arrabbiare, Monti sta decidendo se pagare e giocare con gli aerei a battaglia navale 3D, oppure non onorare il contratto e pagare una sanzione da 2 miliardi di euro. Ora, a me la soluzione sembra chiara: pagare la multa, che è sempre minore del costo totale, e farsi una bella partita a battaglia navale con il foglio e la matita. Cosa dire, ci bombarderemo da soli per fare il collaudo dei caccia. Il Governo Monti ha iniziato il mandato con i sondaggi a favore però, l’ultimo sondaggio pubblicato da Demopolis il 20 Dicembre scorso, segnala un forte calo di fiducia per questo governo: solo il 57% continua ad avere fiducia, il 37% non ha fiducia e il 9 % non sa. Osservando questi dati si può notare che Monti ha avuto un calo di consensi da parte della collettività, che con la scusa dell’emergenza crisi, è stata esclusa dalla politica. Non si possono auspicare le dimissioni di Monti perché è stato creato un sistema che certamente arriverà alla scadenza predestinata ma, si può sicuramente giudicare questa situazione come una crisi artificiosa della Democrazia, sperando in un futuro ripristino delle urne.