giovedì 20 gennaio 2011

Discorso serata 19 Gennaio 2011

Proprio oggi, tre anni fa, nasceva il mio blog, ma da solo un anno ho deciso di aprirlo a tutti gli argomenti. Dal 2008 al 2010 ho lavorato sulla disabilità, prendendo spunto dal mio vissuto davo ai lettori, almeno cercavo di dare, informazione, esperienze dirette sulla disabilità. Mi sono lanciato con un blog comico dove ironizzavo sui miei problemi, scherzavo protestavo contro l’ignoranza di certe persone che pensano ancora a tenere rinchiusi, nascosti i disabili come se fossero progetti venuti male, ho scritto di barriere architettoniche, di scuole, ecc.
Poi grazie ad una persona che ho incontrato sul mio cammino, ho capito che dovevo aprire i miei orizzonti, dovevo esprimere il mio pensiero anche su altri argomenti; e così dal 2010 ho iniziato a parlare di problematiche sociali.
Devo dire che è stata la svolta, mi sono interrogato sul mio pensiero politico partendo dalle mie idee: è stata la mia rovina, quando sono arrivato a unire i puntini e a confrontarli con un pensiero collettivo, è stata la mia rovina ma anche la mia più grande conquista.
Una delle mie aspettative fu quella di creare una famiglia, una grande famiglia dove si discutessero delle teorie e se ne condividessero altre. Mi sembra che questo stia avvenendo e credo che potremmo diventare ancora più grandi; non è mai finito l’ampliamento della famiglia; voi stessi potete portare gente e farci conoscere ad altre persone.
Questa serata non è solo una festa, è anche un momento per conoscervi reciprocamente, io stesso non vi conosco benissimo, comunicando sempre via mail, non vi conosco tutti di persona.
Per finire ringrazio tutti voi di seguire il mio blog e per aver creato questa comunità.

mercoledì 5 gennaio 2011

Acqua scende dal cielo

Era da un po' che avevo in mente di scrivere un testo sul battesimo, è una storia vissuta qualche anno fa. Non voglio criticare nessuno, ne voglio dire che non si devono battezzare i bambini.
Voglio invece raccontarvi la situazione vista da chi non crede.


Vedo un altare, vedo un bambino,
l’acqua gelata gli fa un segno sulla fronte,
piove acqua a forma di croce, piove acqua a forma di sacramento,
applaudono tutti, applaude la nonna, lo zio,- il cugino, il fratello e in fine ci sono io,
le mani che battono nella speranza che quel bambino faccia un gesto di ribellione,
nella speranza che qualcuno entri e impedisca il battesimo.

Tutti si fanno le foto,
tutti sono felici,
sulla terza panca di legno massello intarsiato ci sono io,
un parente, il più burbero, il meno cattolico che ci sia,
il mio disaccordo si vede, fanno finta di non vederlo,
faccio finta di non averlo,
penso alla mia squadra di calcio per fermare l’impulso di fermare tutto,
il tempo il prete la madrina il padrino, il papà di quel bambino,
la penna si appoggia sul foglio di carta e sputa inchiostro,
è fatta, da adesso quel bambino non ha scampo,
sei anni catechismo, otto anni assaggerà il corpo di Cristo,
a dieci anni la cresima e poi,
la domanda incomberà sui genitori,
ed io sarò li seduto su una sedia e lo guarderò riprendersi la sua vita.