lunedì 30 agosto 2010

Il tempo e sua sorella

Questa poesia parla di quanto il tempo scorra veloce e quanto veloce ci porti da sua sorella

Il tempo scorre,
ti svegli la mattina e cominci a correre,
corri corri e ancora corri,
“Scappo!” diciamo,
scappiamo al lavoro, a casa, a scuola e viceversa.

Tempo scorre come un treno diretto al capolinea,
se guardiamo un metro,
ci rimane ben poco da vivere,
chi crede vive nella speranza vana che di là ci sia qualcosa:
inferno, purgatorio o meglio ancora,
il paradiso.

Chi non crede vede il buio avvicinarsi,
vede l’eternità sotto terra al buio senza sapere più niente di chi ancora vive,
quel buio inghiotte senza paura e indecisione,
quel buio ti aspetta dietro ad un angolo, un bar una mattina dopo aver pronunciato “Ci vediamo stasera”,
stai mangiando la tua pasta nel tuo bar e,
arriva con una scusa ti trascina via senza darti il tempo di dire: sto morendo!

Ti metteranno sotto terra,
ti metteranno sopra al comò dentro ad una cornice argentata,
spolverandoti ogni mattina mentre fanno il letto e ogni sera la preghiera quotidiana invocando il tuo ritorno.

Siamo vittime del tempo e drogati,
drogati dalla velocità,
drogati dalla velocità con cui andiamo verso la morte.