lunedì 19 luglio 2010

“Quanto sei bella piazza”

Questa poesia racconta la vita di piazza ma deve combattere con il suo nemico peggiore.

Chiese negozi panchine,
bastoni appoggiati affianco delle panchine,
giovani vecchi discutono di politica,
bambini giocano a “Ruba Bandiera” davanti alla chiesa,
arriva anche un piccione che mangia dalla mano di un bambino,
arrivano tutte le famiglie,
i bambini corrono corrono,
corrono in mezzo alla piazza,
i padri tutti riuniti a guardare la partita di pallone,
le madri tutte sedute a guardare il giocare dei propri bambini.

Quanto sei bella piazza,
il sole ti illumina,
il municipio ti fa ombra,
fai giocare i tuoi bambini,
fai giocare fai urlare fai correre i tuoi bambini: i tuoi figli,
perché tutti noi siamo figli tuoi.

Quanto sei bella piazza all’imbrunire del giorno,
i giovani e i vecchi ancora lì a parlare di politica,
barristi che devono chiudere ma si incantano a guardare quei ragazzi che magicamente,
hanno perso la cognizione del tempo.

Quanto sei bella piazza,
combatti contro il tuo nemico,
combatti contro,
il nemico peggiore della società:
il supermercato,
forse un giorno ci accorgeremo che il luogo migliore sei tu e forse ripeteremo di nuovo:
“Quanto sei bella piazza”.