Questa poesia è dedicata a due grandi artisti che hanno saputo emozionarmi durante un concerto.
Ho cercato, anche se in malo modo, di riportare le emozioni che ho provato a quel concerto.
Spero che vi piaccia.
Quell’impianto stereo,
composto solamente da due casse e due microfoni,
trasmette una voce e il suono di una chitarra,
voce che non da fastidio neanche alla prima fila,
chitarra dolce e sincera la accompagna.
Voce, voce calda,
come un sole di ferragosto,
chitarra che si mescola alla voce e formano un nuovo strumento,
strumento che strappa applausi alle undici di sera, applausi che,
escono dalla sala e vanno ad influenzare tutto il paese,
il cuore di tutti riceve questo calore,
cuore che trema di brivido,
trema da quanto calore, quella voce e quella chitarra emanano.
Voce di notte,
in quel teatro,
piccolo ma gremito di popolo,
scalda le anime,
scalda,
fa muovere le mani,
d’istinto,
senti il bisogno,
di applaudire,
senti il desiderio di urlare,
di urlare, quell'azione,
che, normalmente ai concerti,
si spreca,
qua è sentito,
qua sei in pieno delle tue capacità intellettive,
urli,
urli,
urli come quel milione d’invasati allo stadio,
ma, questa volta è meritato,
non lo fai per moda,
non lo fai per conformismo,
lo fai per dimostrare che quelle due persone che sono sul palco,
hanno avuto il magico potere di emozionarti,
si,
ti hanno fatto piangere,
allora gridi "bravo",
cerchi di unirti allo scroscio di applausi ma non ce la fai,
tu vorresti fare scendere i palloncini dalle americane piene di fari che illuminano quel quadro, che vorresti fotografare con anche il sonoro nella tua mente.
Voce,
scalda come un fuoco,
fuoco che non brucia,
anzi è li per te,
la voce ti entra dentro,
sa esattamente la strada del cuore,
sa benissimo colpirlo,
con un tocco leggerissimo di mano fatata,
si,
un concerto,
concerto che,
come una freccia dipinta di rosa arriva al tuo cuore,
e non ti uccide,
anzi, ti da una scossa elettrica che ti carica,
carica che ti permette di fare chiarezza nella tua vita,
vita,
che prima di incontrare quei due artisti era incompleta,
adesso puoi dire che quelle due persone ti hanno dato la scossa,
una di quelle la vedi anche a scuola,
ti insegna,
Dante, Boccaccio, Pascoli e la vita,
la vita che non ha un manuale d’istruzione,
non ha l’angelo custode,
come ti dicono da piccolo,
la realtà è che,
la vita è un filo sottilissimo a cui noi siamo appesi,
qualcuno è già caduto,
un tuo amico,
è caduto,
si è lasciato cadere,
perché la sua vita,
ormai,
non aveva un senso,
senso,
si senso,
ognuno deve avere un senso,
un senso pratico,
un senso teorico,
un senso che esiste solo per quella persona,
ma pur sempre un senso.
Il mio senso è composto da tante cose, persone,oggetti,
una cosa è quella voce,
quella voce,
quella voce che esce da quel impianto stereo.
Voce,
tu che arrivi dritta al cuore,
ricordati sempre,
ovunque andrai,
che,
hai saputo fare quell’azione che non sempre riesce,
emozionare,
emozionare,
hai riempito la sala di un suono e di un significato che,
non tutti gli artisti sanno dare al loro mestiere.
2 commenti:
L'hai spiegato benissimo...anch'io ho provato e provo qualcosa di simile ai concerti...la musica dal vivo è sempre una grande emozione ed è bello lasciarsi andare e manifestarlo liberamente! Quando poi ci sono anche i testi che arrivano al cuore....beh, io mi sento fortunata!
Una 'braciatona da JO
Fede!!!! questa poesia è una cosa STUPENDA. mi piace molto anche "Gira l'orologio sul sasso", che sarò molto onorata di leggere il 12 marzo. Aspetto che tu mi faccia avere anche il tuo libro. Le parti da leggere chi le sceglie, a proposito? Grazie millissime di darmi questa opportunità. Spero che leggerai il mio commento... rispondimi presto! bacio Da GEA
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