sabato 27 marzo 2010

Due poteri nello stivale

Questa poesia presenta i due poteri che purtroppo governano in Italia:
Governo Berlusconi e Chiesa.
Due poteri diametralmente opposti ma non so per quale legge fisica si attraggono.

A scuola si raffigurava l’Italia come uno stivale,
stivale che ora ha due poteri,
il primo ha sede a Palazzo Chigi,
l’altro, più nobile ha sede nello Stato Vaticano,
stato della Chiesa,
secondo potere dello stivale,
Presidente del Consiglio gioca a governare l’Italia con il suo migliore amico,
il Papa,
si,
stesso uomo che ogni maledetta Domenica,
si affaccia come un piccione,
dal suo balcone in Piazza San Pietro,
e con l’espressione santa,
predica a tutti i fedeli ipnotizzati dal dio in terra,
le parabole del Vangelo,
stesso Vangelo che obbliga l’uomo di chiesa a vivere in povertà,
frammento non molto chiaro alla Chiesa,
che con i suoi averi sfamerebbe tutto il mondo,
stesso mondo che prova a cercare una causa di tutta questa ricchezza,
non c’è,
non c’è.
Il Presidente del Consiglio ha tagliato tutto nella scuola,
perfino la carta igienica,
ma ha alzato gli stipendi degli insegnanti di religione,
perché quell’amicizia di convenienza spudorata,
la vuole mantenere,
come il Lodo Alfano,
come l’amicizia con i telegiornali,
come l’amicizia con gli avvocati,
come tutti i capri espiatori,
gli fanno comodo.

Due poteri nello stivale,
si,
se ne guardano bene dal dirlo,
ribelliamoci a questi due poteri,
ribelliamoci al governo,
non crediamo al barzellettiere,
non crediamo ai telegiornali,
non crediamo di avere superato la crisi,
soprattutto,
non crediamo che non si possa fare niente,
perché,
tutti possiamo ribellarci da questi due poteri,
speriamo solo,
che arrivi quel giorno,
dove,
anche se poco,
avremo il piacere di rivedere la luce,
di vedere la fine della disfatta dell’Italia,
e quel giorno avremo la possibilità di buttare dal ponte questa destra alleata.

venerdì 12 marzo 2010

L’Italia

"L'Italia" è una poesia che non può avere una presentazione: diciamo che sia una poesia che critica dei lati dell'Italia.

Bandiera tricolore,
verde bianco rosso,
nazione,
paese,
ammirata per i bellissimi luoghi turistici che le appartengono,
Lago di Como eccetera,
presa in giro,
dagli altri stati,
quelle battute da Zelig del Presidente del Consiglio,
battute che,
fanno ridere solo lui,
piangere i cittadini,
ridere quelli che danno lui voto.
Italia,
Vaticano,
Chiesa,
Papa,
Governo
non si sa chi,
e quando governa.
Io,
Sinistra,
io,
che fino a qualche anno fa non avevo idea minima di politica,
adesso,
un angelo mi ha svegliato,
mi ha fatto capire la vita,
la politica, la poesia,
la musica,
adesso sono semisveglio ma,
voglio svegliarmi del tutto e a modo mio,
qualunque cosa mi fosse stata detta sull’Italia,
io credevo.

Su quel documento d’identità,
l’impiegata comunale ha scritto,
con una penna stantia e stremata,
cittadinanza italiana,
e io che,
volevo,
come i gatti,
sfuggire a quella parola strana costrittiva come,
cittadinanza italiana.
Le mie orecchie,
hanno sentito tante volte,
la frase che ti distrugge,
“chi te le insegna certe cose”,
sembra quasi,
un modo gentile e grazioso,
per dirmi semplicemente,
che io sono piccolo,
le cose di politica,
non capisco,
al contrario di quando faccio discorsi a persone estranee,
come tutte quelle frasi scritte sul giornale,
che,
fanno dire alla gente,
una parola sincera e candida come
quella di un bambino,
bravo,
bravo mi dicono,
non credo all’obbiettività in politica,
allo stesso modo a cui non credo,
a Dio,
al Papa,
alla Chiesa,
al Governo,
e a chi mi dice che l’Italia ha il più bel Governo del mondo,
che sono le stesse persone che credono agli stereotipi,
ai pregiudizi,
che,
purtroppo,
sono diffusi nella società.

martedì 9 marzo 2010

Nevicata di Marzo

Questa poesia racconta come sia strana la cosa più semplice del mondo.

Viene giù,
viene giù,
a Marzo,
quando tutti pensavano che,
la Primavera fosse in arrivo,
viene giù,
viene giù,
la neve,
come fosse farina in un panificio,
viene giù,
traffico metropolitano impazzito,
cielo, che sembra carta,
ci incombe.
Viene giù,
imbianca tutto,
strade, cortili,
che fino a ieri,
ospitavano i bambini,
case imbiancate,
siepi imbiancate,
piazze imbiancate,
a Marzo,
a Marzo che ci si dimentica di essere in inverno,
Marzo,
neve,
neve,
palle di neve viaggiano da Porretta a Bologna,
silenzio,
vivere nel silenzio non si è abituati,
vivere isolati non si è abituati,
vivere con sorpresa non si è più abituati,
la neve ricopre le strade,
isolandole,
viene giù,
polvere bianca dal cielo,
e io,
guardo la nevicata di Marzo dalla finestra della mia stanza.