giovedì 28 gennaio 2010

Vedo dei barconi al largo

Questa poesia racconta di un uomo che vede degli stranieri cacciati via dall'Italia e rivendica di essere italiano.

Vedo,
Vedo,
Vedo dei barconi al largo,
sì. vedo dei barconi pieni di africani,
rumeni, pachistani,
che si allontanano dalla costa italiana.

Vedo dei barconi al largo,
allontanati dall’Italia,
come se fossero sassi sotto ai piedi,
come sassolini nelle scarpe,
lanciati via dall’Italia,
senza alcun rimorso,
in prima pagina sul giornale,
hanno fatto bene,
dicono la maggior parte dei cittadini,
governo impavido,
governo che vuole un paese senza tante etnie.
Accendo il televisore,
hanno fatto anche il filmino,
mi vergogno di avere la bandiera in casa,
tricolore,
strapperei tutti i vestiti con sopra la bandiera italiana,
non indosso più quel cappellino con il simbolo dell’Italia,
mi vergogno perfino di avere acquistato una bandiera per i mondiali,
la nascondo nell’armadio sotto a mille vestiti nella speranza di non rivederla più.

Ho visto dei barconi al largo,
che ritornano nella guerra del loro paese,
sulla mia carta d’identità vorrei cancellare la voce “Cittadinanza italiana”,
perché.
mi vergogno profondamente di essere italiano.

mercoledì 27 gennaio 2010

Le morti bianche

Domenica sera ho visto un film che trattava un argomento molto presente ai giorni nostri: le morti bianche.
Il film si chiamava “Gli ultimi del paradiso” e narrava la storia di un uomo e dei suoi migliori amici che erano dipendenti di un’azienda di autotrasporti che gli assegnava dei compiti impossibili, con ore e ore alla guida di un tir.
Io lo definirei un documentario che fa osservare le norme di sicurezza non rispettate, quelle piccolissime regole che se rispettate ti farebbero lavorare in più sicurezza e senza il rischio di non rivedere più i tuoi figli, tua moglie, i tuoi amici; però ci dobbiamo chiedere il perché non vengono rispettate, perché un autista di tir deve arrivare a rischiare la vita per arrivare a quell’orario. Perché se no non viene pagato il giorno di lavoro, perché se un carico arriva due minuti dopo perdi il lavoro e se perdi il lavoro non puoi mantenere la tua famiglia.
Alcuni operai cadono dai ponteggi perché sono stati montati male, i minatori colpiti da un pezzo di roccia che si stacca, i muratori caduti da un tetto, tutti quei capotreni traditi da un semaforo non funzionante non vedranno più la luce.
Le morti bianche avvenute in Italia nel 2009 sono 576 contro i 639 del 2008, abbiamo avuto un calo del 10%; le statistiche affermano che la maggior parte dei morti sul lavoro sono persone che vengono da altri paesi.
Io non avevo mai avuto modo di riflettere a fondo su questo argomento, perciò anche se non leggeranno questo articolo devo ringraziare la produzione di questo film, l’eccelsa interpretazione di Massimo Ghini e tutti gli attori che hanno prodotto un film veramente interessante e con alti contenuti morali.
Le morti bianche accadono per motivi assurdi ed è un fenomeno in grande aumento, un fenomeno che si potrebbe evitare con uno sforzo in più.

venerdì 22 gennaio 2010

Abruzzo

Ho deciso di scrivere questo articolo per informarvi della situazione delle zone colpite dal terremoto, perché i mass media ci stanno dando informazioni false, sempre per il solito problema: l’informazione italiana è truccata, i telegiornali dicono il 20% di verità.
La situazione abruzzese non è così rosea come ci dicono anzi, gli abitanti delle zone colpite dal terremoto sono arrabbiati neri con il Governo.
La gestione delle case data al Governo non è così bella: solo una piccola parte di popolazione ha avuto l’abitazione; non nego che sia stata un record costruire quegli appartamenti però volevo sottolineare alcuni punti: non le ha costruite lui bensì dei volontari dal Trentino, non ha ringraziato i volontari che hanno donato dei materiali e soprattutto la manodopera, ha fatto in modo che il Governo presenziasse in tutto. Questo ve lo dice uno che ha seguito tutte le dirette tv di quei giorni, anche l’assemblea con il capo della protezione civile Bertolaso, mi sono guardato, non ha ringraziato nessuno tranne i pompieri. Adesso fa costruire un po’ di case e poi… non fa vedere più tutta l’altra gente senza abitazione perché così sembra che l’emergenza sia finita. L’emergenza esiste ancora fin quando tutte le persone saranno sistemate e non ci saranno più delle tendopoli, ad Agosto avevano la preoccupazione di dove le avrebbero fatte andare, non si può, dopo un trauma di questo tipo, avere questa preoccupazione; una persona dovrebbe avere la certezza che comunque vadano le cose non sarà mai spostata dal suo paese, i contadini che hanno perso la casa non bisogna portarli in città nelle “Casette del governo”. Un po’ di tatto bisogna averlo, le donne anziane fanno fatica a lasciare un luogo ed io le capisco, hai sempre il dubbio “Nel nuovo posto mi ambienterò bene come qua”?
Signori, mi è stato detto che gli abruzzesi non avevano detto niente sull’organizzazione del Governo! Come no! Hanno fatto uno striscione per accogliere Berlusconi con scritto “"Dove andremo a settembre? No alla deportazione" , se vogliamo possiamo dire che sia un commento affettuoso per Berlusconi, sì se vogliamo possiamo dire così!
Questo articolo fa capire come siamo messi in Italia, io non ho più parole.
Tutte queste informazioni le ho prese da un articolo di Repubblica del 15 Settembre 2009.

martedì 19 gennaio 2010

Due anni

Il 19 Gennaio 2008 ho fondato questo blog con tema principale la disabilità vista in maniera ironica e sarcastica.
Col passare dei mesi mi sono accorto che affrontare solo ed esclusivamente un argomento non era molto interessante ecco perché per il secondo anno ho deciso che come descrizione del blog fosse meglio “Realtà e dintorni”, permettendo così di poter affrontare tutti gli argomenti, dalla disabilità alla politica, dalla poesia alla società odierna eccetera.
Inoltre ho modificato un po’ la grafica, per esempio ho tolto “Spettacoli teatrali” perché è da un po’ di tempo che non faccio più spettacoli, ho lasciato la poesia “A Fede” del mio maestro Claudio Lolli e ho aggiunto un elenco delle poesie che ho scritto e che aggiornerò qual’ora ne scriverò altre.
Siamo arrivati alle porte di un nuovo grande anno dove verranno affrontati gli argomenti più in poesia e con molta più riflessione.
Le tematiche che verranno affrontate saranno: la politica, società, dinamiche sociali eccetera; m’impegnerò a rendervi un anno interessante.
Siamo arrivati al secondo anno acquistando sempre dei lettori in più, adesso ho 38 lettori fissi più le persone dai siti a cui sono collegato.
Oggi il blog entra nel secondo anno con un pubblico stupendo che è sempre pronto a commentare qualunque cosa venga pubblicata, quindi devo usare un titolo di una canzone di Gianni Morandi:
Grazie a tutti.

giovedì 14 gennaio 2010

Non è la mia generazione

Questa poesia racconta le differenza fra la generazione odierna e quella di un paio di decenni fa.
Io dico sempre che ho sbagliato epoca.

Sono nato nel millenovecentonovantatre,
nuova generazione.
Duemilanove,
sedic’anni,
non è la mia generazione,
no, non è la mia generazione,
avrei voluto nascere negli anni sessanta,
case con il cucinotto,
scuole col calamaio,
la domenica andare in montagna con la due cavalli,
bretelle e camicia,
musica significativa,
Claudio Lolli, De Andre…

Non è la mia epoca,
ragazzi vestiti tutti uguali,
discoteche,
pub,
non è la mia epoca,
no, no, musica insignificante,
canzoni composte da due parole,
buongiorno e buonanotte,
case tutte aperte,
stanze comuni,
no,
non è la mia epoca,
no,
non è la mia epoca.

Oggi giorno si va in Sardegna,
sì,
solo li ci si diverte,
se non vai in Sardegna,
ti dicono,
ti perdi uno spettacolo,
tu rispondi con una battuta,
si vede che quello spettacolo non è di tuo gradimento.

Oggi giorno la riviera è l’ultima spiaggia,
l’Adriatico non vede più i castelli di sabbia,
ritmi frenetici,
vai, corri, vai bene a scuola,
mi dicevano,
che ad Agosto ti portiamo in Sardegna,
ed io annuivo senza battere ciglio.

Gli stimoli di quest’epoca,
arriva Tiziano Ferro a Bologna,
tu fai finta di gioire per non piangere,
piangi per non ridere,
ridi per non pensare che gli stimoli siano quelli.

Non è la mia epoca,
non so cosa farci,
non so cosa farci.

martedì 12 gennaio 2010

Un incontro mozza fiato

Questa poesia l'ho scritta per ringraziare quella persona che mi ha dato la spinta verso la poesia.
Io gli devo tanto a questa persona.

Nella mia vita,
in sedici anni di vita,
ne ho incontrata di gente,
ragazzi, adulti, anziani,
ma,
uno come lui no,
mai.

Claudio,
Lolli di cognome,
un prof, un poeta, un cantautore,
l’ho conosciuto, l’ho conosciuto,
lo chiamavo prof,
poi,
la sua persona mi ha colpito,
la sua voce, mi ha colpito.

Mozza fiato,
si, un incontro mozza fiato,
prof d’italiano,
diventato qualcosa di più,
le sue canzoni mozza fiato,
la sua voce mozza fiato,
le sue lezioni mozza fiato.

Dolce stil novo,
Scuola Siciliana,
Dante,
un incredibile apprendimento,
un’ora d’italiano,
sessanta minuti d’italiano,
volano via come un aquilone al mare,
ti diverti,
ti diverti imparando.
Incontro mozza fiato,
che ti insegna a vivere.
Claudio,
poeta,
professore d’italiano,
insegnante di vita.
Con amore Fede