giovedì 31 dicembre 2009

Capodanno

Questa poesia è dedicata al Capodanno, notte che fa tante vittime.
L'ho scritta pensando alla mia esperienza che purtroppo ho vissuto quest'anno: ho perso un amico, un grande amico, la voglio dedicare proprio a lui, a Marco.

Una fine ed un inizio,
tutti a festa per festeggiare l’anno nuovo,
cotechino, spumante, giochi di società.
In un attimo si fa venire mezzanotte,
festa, fuochi d’artificio,
le strade, le autostrade respirano tranquille,
Bologna, profumo di cotechino e gruppi di ragazzi che,,
presi da un attimo di sconforto,
si fanno saltare in aria come piccioni.
Capodanno, che bello uno scoppio di petardo fatto male e,
via,
un ragazzo se ne va, va va, in cielo e poi,
in un secondo scende,
come una foglia secca in autunno.
La notte più bella, si trasforma in una carneficina,
notte, notte, che fa tante vittime,
un ragazzo si butta giù dalla terrazza perché ha deciso che la sua vita si deve concludere a capodanno,
macchine che si scontrano per colpa di quel uomo, l’alcol.
Discoteche piene di ragazzi che non vogliono pensare alla fine dell’anno,
stessi ragazzi che preferiscono rischiare di fare la fine delle foglie secche in autunno.
Tu pensi a quel amico perso quest’anno e speri che nell’anno nuovo non ne perderai nessuno,
pensi a tutti i momenti belli passati,
che come nuvole, dopo un po’ spariscono,
pensi alla tua famiglia, pensi alle persone care, pensi a tutte le vittime di quella notte.
Il capodanno è bello, ma,
la sua tristezza, ti fa pensare,
pensate,
perché,
riflettere fa bene.
Ciao
auguri

martedì 29 dicembre 2009

Paese straniero

"Paese straniero" racconta di un ragazzo africano che è riuscito a sfuggire alla guerra ed è arrivato in Italia.
Questo ragazzo non è visto bene dagli italiani.

Sono partito dall’Africa,
passo dopo passo,
sono arrivato in Italia.
Paese straniero,
come ero straniero io per gli italiani,
mia madre mi aveva detto che non esistevano paesi stranieri,
ladro, zingaro, truffatore, negro,
è così come mi vedevano gli italiani,
dicevano che io gli rubavo il lavoro,
io li truffo.
Così, un giorno mi sono trovato,
come un pacco,
su un barcone che mi riportava nella guerra dell’Africa,
guardavo quella penisola felice,
e pensavo
quello è un paese straniero,
perché,
non si merita neanche,
di stare al mondo.

giovedì 24 dicembre 2009

Che bello il Natale

Questa poesia sul Natale che ho scritto fa capire bene il periodo in cui viviamo, le regole della chiesa e delle famiglie. Questa poesia denuncia tutte quelle cose che in alcune famiglie non possono essere criticate.
Posso dire che mi sono tolto un piccolo dentino.

Bambini, giovani, vecchi, tutti intorno ad un tavolo,
tavolo che dice:
bravi, siete sopravissuti anche quest’anno, tua nonna che prega per la nascita di quell’uomo misterioso, Gesù, tuo nonno che affetta il pane col coltello affilato e ti guarda con gli occhi languidi.
Ah il Natale, un traguardo da superare ancora vivi,
i regali, paragonabili a trofei per questa gara, la vita.
Il Natale, che bello, tutti intorno ad un tavolo a litigare di politica e per l’ultimo pezzo di cappone ancora caldo,
il Natale, che bello, la messa delle undici con i fedeli che scalpitano per andare a mangiare, perfino il cantante storpia le canzoni per quella fame morbosa che l’attanaglia.
Ah che bello il Natale, il profumo di brodo bolognese appena fatto,
ah che bello il Natale, con tua nonna che ti obbliga a mettere quella statuetta di lego nella capanna del presepe.
Che bello il Natale, i bambini, come i militari, tutti in fila a messa, che bello il Natale con i bambini che escono dalle chiese e le catechiste ti obbligano a comprare una torta per la parrocchia.
Tu il Natale lo vivi a modo tuo, non t’interessa della parrocchia, tuo figlio ti tira perché non ne può più di stare in piedi a sentire la catechista.
Che bello il Natale, lo devi vivere come se fosse l’ultima volta perché,
quando arriva Godot, non avverte.

sabato 19 dicembre 2009

Vedo per la prima volta la neve

"Vedo per la prima volta la neve" è il titolo di una poesia che ho scritto oggi per festeggiare la nevicata. Mi sono immedesimato in un bambino piccolo, appena 3 anni, che vede per la prima volta la neve.

Vedo,
vedo, vedo oggetti bianchi scendere dal cielo,
vedo, vedo fiocchi bianchi scendere dal cielo,
sì, vedo la neve, la vedo, per la prima volta vedo la neve scendere dal cielo.

Io bambino, vedo la neve scendere dal cielo, con mamma e papà che mi tengono per mano,
strade, colline, monti imbiancati.
Traffico metropolitano impazzito, ma io sono felice perché, vedo per la prima volta scendere dal cielo la neve.

giovedì 10 dicembre 2009

Un vero eroe

Ieri ad Arezzo si è scoperto un vero eroe: Mario Lanzi, agente della forestale che percorrendo la superstrada con un suo collega, si è accorto di un camion che aveva un comportamento sospetto. Avvicinatosi al mezzo si è accorto che l’autista era accasciato sul seggiolino ed aveva perso i sensi; il signor Mario Lanzi è riuscito, con un balzo, a salire nell’abitacolo del camion ed a fermarlo in modo tale da evitare una carneficina.
Se fosse stato un film di 007 avrebbe vinto l’Oscar, ma siccome è tutto reale io gli darei la cosa più bella del mondo; però io gli posso solo dedicare un pezzo del mio blog e farlo sapere a tutto il mondo, perché tanto si sa, domani in prima pagina ci sarà di nuovo Berlusconi con una nuova sua battuta perché lui pensa che l’Italia sia un palcoscenico, dove puoi fare delle battute a man bassa tanto è tutto uno scherzo per lui.
Mario Lanzi non è un attore e nemmeno fa lo stantman, una persona comune che ieri ha fatto un gesto da eroe e domani, come una nuvola, sparirà
.

martedì 8 dicembre 2009

Incontri speciali

Delle volte nella vita puoi fare degli incontri speciali: proprio come è successo a me.
State un po’ a sentire!
Era il primo giorno di scuola in seconda liceo ed io ero un po’ svogliato, ma non sapevo che proprio quel giorno stavo per incontrare una persona che avrebbe cambiato il mio stile di vita.
Sono entrato in quella classe e ho visto un nuovo prof: Claudio Lolli.
Se qualche lettore è vissuto negli anni settanta questo nome gli farà venire in mente un poeta, un cantautore, un mito da seguire. Vi posso dire che è così, è proprio lui, il vostro mito.
Io da quando Lolli ci spiega italiano sono migliorato moltissimo.
Siccome sono un ragazzo curioso sono andato subito a sentire le sue canzoni, sono meravigliose, fanno riflettere e anche se sembrano canzoni tristi, in realtà sono solo poesie musicate che narrano di un periodo triste della nostra storia.
Per me è stato un incontro fulminante, soprattutto perché è avvenuto in ambito scolastico e, non vi scandalizzate ma io non avevo mai imparato i verbi, per me non erano importanti, non riuscivo a trovare il metodo per impararli, il prof. Lolli me li ha fatti capire, mi ha dato un metodo.
Il suo modo di stare in cattedra è inconsueto, non sgrida quando fai caos in classe ma ti fa capire, con una battuta, che stai esagerando e tu smetti subito; vi potrei elencare centinaia di battute che fa.
Nelle cinque ore di lezione possono succedere tante cose: un due in una materia, un litigio con un tuo compagno, ma stai pur sicuro che con una frase di analisi del periodo o parlando dell’epica cavalleresca sorriderai e per un attimo ti sentirai lontano dai tuoi problemi e non ti distrarrai per nessun motivo al mondo perché la lezione è talmente coinvolgente che entri dentro all’argomento.
Voi direte “Perché ci parli di Claudio Lolli?” ed io vi risponderò con questa frase: “ Era da tanto tempo che volevo raccontarvi di questa fantastica persona e finalmente mi sono deciso a farlo!”
Adesso per concludere permettetemi di dire una cosa al prof: “Prof, continui così, perché quello che sta facendo è importante e nessuno lo saprebbe fare meglio di lei.
Ah… Dimenticavo… Lei è un mito!”.

giovedì 24 settembre 2009

Aggressioni razziali

Da oggi si ferma la pausa estiva del blog e per inaugurare questa stagione insieme ho scelto un argomento che in questi mesi si è affrontato in Italia: le aggressioni razziali.
I telegiornali, le radio, i blog ne hanno parlato spesso e mi sono detto: perché non ne parlo anch’io. E cosi farò!
Quest’estate hanno preso piede, purtroppo, le aggressioni razziali, come un nuovo sport; chi si annoia va a pestare una persona che secondo lui, secondo il suo estro, secondo la sua ignoranza ha un difetto; come nella seconda guerra mondiale facevano i nazisti; secondo me vogliono arrivare ad avere la razza pura, la razza che non ha problemi, quella che non ha difetti.
Se tu sei omosessuale, extra comunitario o disabile, loro vengono e ti pestano, ti massacrano di calci e pugni fin che non ti riesci più ad alzare poi….scappano!!!
Non posso immaginare neanche lontanamente cosa si prova a stare li per terra a prendere calci, pugni, insulti e soprattutto non so cosa si prova a morire su un marciapiede per colpa di queste persone a cui tu non hai fatto un torto.
Io proporrei un minuto di silenzio per le vittime di questo reato, perché anche se una persona pestata è viva fisicamente, è morta dentro, non vivrà più come prima perché ha avuto un trauma tale per cui magari adesso ha paura anche di chi la tocca per farle una carezza.
Per fortuna quasi tutti gli aggressori sono stati arrestati però io mi auguro che questa moda venga debellata.
Un appello agli aggressori e ai testimoni di questi scempi, se qualcuno capitasse per caso su questa pagina: sapete, non è mica male essere anticonformisti e soprattutto se un vostro amico aggredisce un’altra persona voi… dissociatevi poi … denunciatelo.
Perché ricordate tutti: gli amici veri sono quelli che ti fanno capire gli sbagli che fai.

sabato 4 luglio 2009

Barriere architettoniche a Bologna

L’altro giorno mentre facevo un giro per Bologna, mi sono accorto che il capoluogo dell’Emilia Romagna ha delle grossissime barriere architettoniche.
A partire dai marciapiedi che il più delle volte non hanno gli scivoli per salirci o scenderci e delle crepe che se non stai attento ci inciampi.
Cambio un attimo argomento per parlarvi dei parcheggi per disabili che spesso sono occupati da macchine di persone che problemi non hanno; addirittura so di un Ferrari che ha il tagliando del parcheggio disabili ma io so che quest’uomo non ha nessun problema e soprattutto non ha nessuna persona a bordo con difficoltà.
Insomma ormai in questa città è diventata un’impresa trovare un parcheggio disabili libero.
Se una persona in carrozzella vuole andare a visitare S. Petronio, non ci riesce perché non esiste uno scivolo per salire quei gradini, eppure è una cattedrale importante, per chi crede.
Purtroppo Bologna è messa così e fa una grande fatica a cambiare, però io mi auguro che prima o poi cambi, ma fino a quel momento io continuerò a scrivere di: marciapiedi fatti male, di parcheggi disabili occupati da altre macchine, delle quali i padroni non hanno nessun problema e non hanno nessun diritto di parcheggiare lì.
Una volta un mio grande amico mi ha dato questo consiglio: “Perseverare”, ecco io credo che lo utilizzerò.

lunedì 18 maggio 2009

Barriere architettoniche a Sasso Marconi


A Sasso Marconi, paesino vicino Bologna, ci sono tantissime barriere architettoniche che non permettono la normale vita quotidiana alle persone con disabilità.
Cominciamo dalle basi come per esempio la piazza; ecco io vorrei prendere quello che ha ideato la piazza di ciottolato, dargli una carrozzina o un deambulatore o un semplice passeggino e farlo girare su di essa, poi vediamo se ha ancora voglia di tenerla così.
Non è mica finita qua, se vai sui marciapiedi, dove dovrebbero stare i pedoni, ci sono delle buche che se non stai attento ci caschi dentro, se vuoi andare dentro ad un negozio devi fare le acrobazie perché hai due gradini che neanche un grillo ce la fa a salirli, quindi se una persona vuole andare alla bottega o solamente in tabaccheria deve fare i salti mortali, perciò io chiedo ai negozianti e al comune: “Ma voi una cosa chiamata scivolo non la conoscete proprio?”.
Hanno fatto lo scivolo in un punto dove ci sono due gradini alti un metro l’uno poi in compenso da lì in avanti deve passare in mezzo alla strada perché il marciapiede ha queste voragini che impediscono ad un disabile o ad un anziano con il bastone di passeggiare tranquillamente in paese.
Con questo vi lascio e ricordate: “Alla fine i problemi si risolvono, basta perseverare!”.

martedì 31 marzo 2009

Gli autobus

Oggi vi voglio parlare di un argomento che credo che sia da trattare:gli autobus.
Autobus, mezzo pubblico utilissimo ma alcune volte non per le persone disabili perché ci sono alcuni accorgimenti che creano disagio, come per esempio la pedana. Qualche volta non è automatica, ma bensì manuale, quindi si ha bisogno di qualcuno se l’autista non scende e ti da una mano, ma è molto raro.
Saliti a bordo è presente il posto disabili ma molto spesso la pulsantiera con i tre pulsanti, prenotazione di fermata, permesso di avvio e emergenza, è disattivata, quindi se si ha bisogno non si riesce a comunicare con l’autista.
Secondo me gli autobus dovrebbero avere tutti e sempre la pedana perché se hai bisogno e non l’hai prenotato puoi usufruirne tranquillamente.
Aggiungo inoltre che anche se lo prenoti molte volte non arriva, per tanti motivi che non so e quindi tu rimani a piedi. Non dovrebbe capitare ma si vede che l’atc non ha ben chiaro cosa vuol dire autobus pubblico.
Vi sembra normale che una persona per raggiungere un teatro, debba fare i salti mortali per salire su un pezzo di latta con 6 ruote? Basterebbe solo un piccolo sforzo, mettere a tutti gli autobus la pedana elettrica.
Se si chiama “Servizio ai cittadini” ci sarà un motivo; no? Altrimenti lo potevano chiamare “Servizio privato” e lo riservavano a chi volevano loro.
Se lo chiami “Servizio ai cittadini” deve essere accessibile a tutti, anche al cane monco.
Questo è solo un piccolo assaggio di protesta ma ho intenzione di andare a fondo, molto a fondo.
Una frase che mi diceva mia mamma quando ho creato questo blog:
“Da qualche parte bisogna cominciare, anche se fai solo un piccolissimo passo”

sabato 28 febbraio 2009

Tim

Oggi vi voglio parlare di una cosa accadutami qualche mese fa.
Qualche mese fa volevo cambiare il cellulare, poichè io ho bisogno anche di un software che mi legge tutto quello che c’è sullo schermo, ci siamo informati per verificare se esisteva una convenzione che ci facesse evitare di pagare.
Abbiamo contattato l’unione italiana ciechi di Roma, la quale ci detto che loro avevano stipulato una convenzione con la Tim: quest’ultima doveva fornire gratuitamente il software qualora si avesse acquistavi un cellulare di questa telefonia.
Abbiamo telefonato al negozio di Bologna autorizzato a praticare questa operazione e ci hanno detto prima che la loro collega addetta era in ferie, poi che non sapevano niente di questa convenzione, quando invece il UIC di Roma aveva detto che a Bologna era quel negozio che aveva il permesso per fare questa procedura.
Per me la storia della collega in ferie era una balla, in quanto il negozio non era premunito del programma ed inventava di tutto per salvarsi
Vorrei che spargeste un po’ la voce su questo fatto perché è una vergogna.
Grazie!!!!!!!

mercoledì 21 gennaio 2009

Il nostro blog

Eii!!!!
Oggi è il secondo giorno del nuovo anno per il blog ed io sono molto contento dell'effetto che fa ai visitatori, del resto è quello che mi aspettavo.
A dire la verità sono stupito per la riuscita del blog per una serie di motivi che non sto qua a dirvi; ma non è solo merito mio se questo blog è riuscito ad evolversi così tanto, è anche grazie a voi lettori.
A proposito di questo,l'altro giorno ero lì sul mio bel divano e mi è venuta l'idea: Ma se questo blog diventasse il nostro, attenti all 'aggettivo possessivo che ho scritto, Lasciate perdere l'intestazione in alto alla pagina "Federico Feliziani", è solo un titolo.
Noi possiamo diventare un gruppo e a quel punto il blog non sarà più il mio ma il nostro.
Che ne dite?
Vorrei creare un dialogo attraverso i commenti, in modo da fare dei dibattiti su fatti accaduti, eccetera.