venerdì 25 aprile 2008

“Io mi chiamo Federico!”

Io mi chiamo Federico, sono albino.
Cerchiamo di indagare a fondo che cosa è poi questo albinismo, perché a me non è poi cosi chiaro, tutti i bambini quando mi vedono dicono “che cosa hai? Sei malato? Perché hai i capelli bianchi?” queste domande sono normali per un bambino di 5 anni, a me non mi fanno poi così effetto perché ormai ci sono abituato,
figuratevi che un estate al campo solare ho dovuto spiegare che cosa avevo a tutti i bambini che me lo chiedevano.
Dal vocabolario: Albinismo (s.m.) “Anomalia congenita ed ereditaria che si manifesta nell’uomo e in molti vertebrati, consistente nella depigmentazione parziale o totale della pelle, dei peli e dei capelli, dell’iride e della coroide, da cui deriva una colorazione molto più chiara del normale, spesso addirittura bianca; determina scarsa tolleranza sia visiva sia cutanea alle radiazioni solari”.
Ho anche qualche difficoltà motoria e nella comunicazione verbale che non sono legate all’albinismo ma a una sofferenza alla nascita. Comunque le mie difficoltà non sono malattie e non sono contagiose.
Io mangio, bevo, mi lavo come gli altri, ho solo qualche difficoltà a camminare ed a parlare, non faccio sport però faccio teatro, se partecipo a una gara ai giochi della gioventù non lo faccio per vincere ma per partecipare.
Morale: “ Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. E io mi piaccio!”

giovedì 24 aprile 2008

“Come ho imparato ad usare il computer?”

Eeh Ragazzi miei io, il computer, l’ho imparato ad usare quando ero molto piccolo.
Mia mamma mi Ha insegnato come si accendeva, come usare un mouse e come si faceva ad aprire un programma.
Il primo passo è visualizzare il bottone per l’avviamento, l’ho spinto e il computer si è acceso, poi ho trovato il tasto dello schermo e l’ho spinto..
Successivamente ho imparato, sempre con l’aiuto della mamma, a selezionare i programmi con il mouse.

Come sapete, io sono ipovedente e quando avevo 3 anni io, non conoscevamo ancora l’opzione per ingrandire le icone e tutti i vari strumenti del computer; allora io mi ero inventato un sistema tutto mio per riuscire a lavorare e giocare con il pc.
Il mio metodo consisteva nell’imparare tutte le immagini che vi erano sulle icone, così che diventassi autonomo nell’usare il computer.
Io avevo dei piccoli ausili, che mi permettevano di fare le operazioni necessarie per fare funzionare un gioco o un programma.
L’ausilio che utilizzavo più di tutti era: un Mouse fatto a palla che si chiamava “easyball”, una tastiera con i tasti colorati che si chiamava Bigkeys Plus e inoltre usavo l’accesso facilitato.
Con il passare degli anni io ho manifestato di voler proseguire con l’utilizzo di questo mezzo usando kit del computer.

lunedì 21 aprile 2008

Io

Io sono un ragazzo come tanti altri, vengo a casa, mangio, faccio i compiti, dormo e ho le mie paure. Una delle mie paure consiste in quella di non essere visto come tutti gli altri, essere visto come un ragazzo inutile , un ragazzo che non serve alla socetà, un ragazzo per cui bisogna pregare, come fa mia nonna e la paura peggiore è non essere accettato per quello che sono.
Ma perfortuna ci sono i miei familiari e i miei amici che mi vogliono bene, che ogni giorno mi salutano, non come quella testa di cocomero acerbo che avevo come compagno di classe delle medie.
Mia nonna un giorno disse "se fossi come tutti gli altri, potresti andare a giocare a calcio con tutti i tuoi amici!" Io rimasi allibito alla parola calcio, e dissi "che cosa me ne frega a me di giocare a calcio". Io non ho bisogno di giocare prorio a calcio, non mi interesserebbe anche se potessi saltare i fossi per la lunga.
Morale: se gli altri non ci accettano, provate a pensare "ma loro si accettano?".